Formula 1

F1 GP Belgio, il circuito di Spa: storia, caratteristiche e curiosità

Il circuito di Spa è uno dei più affascinanti del Mondiale. Scopriamo il layout e le curiosità della pista che ospita il GP Belgio

F1 GP Belgio: storia, caratteristiche e curiosità del circuito di Spa

Il circuito noto come Spa è all’incrocio di tre città, Francorchamps, Malmedy e Stavelot. E’ il più lungo del Mondiale, 7 chilometri e 4 metri, anche se in origine per completare un giro del tracciato nella foresta delle Ardenne bisognava percorrerne 14 lungo un semplice triangolo di strade che univa i tre comuni.

Il formato della pista è cambiato più volte. Alla fine degli anni Trenta si realizza la combinazione di curve in salita che poi diventeranno il Raidillon, rallentata nel 1994. E’ una pista pericolosa, tanto che il GP Belgio per un decennio si sposta a Nivelles e a Zolder, dove rimane fino alla morte di Gilles Villeneuve nel 1982. Più volte modificata dopo il 1995, anno del definitivo ritorno in calendario, Spa è una delle piste che facevano parte del primo Mondiale di F1 nel 1950. E conserva intatto il suo fascino unico.

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Un giro di pista a Spa, l’università della Formula 1

Passa solo un centinaio di metri tra la linea di partenza e la prima curva, La Source, che si percorre a poco più di 80 chilometri orari. Dopo una frenata impegnativa, in cui l’ideale è cercare il cordolo interno verso il punto di corda, è importante dare subito gas in uscita perché poi si viaggia per 21 secondi in pieno.

Si affronta l’Eau Rouge, piccola piega a sinistra prima della salita, poi il Raidillon, con una pendenza del 17% e un dislivello di 40 metri, e in uscita il rettilineo Kemmel che porta verso la frenata della chicane Les Combes (curve 5 e 6), una combinazione sinistra-destra con punti di corda tardivi e un tratto asfaltato oltre il cordolo esterno in uscita.

Le Combes sena l’inizio del secondo settore, la parte più guidata della pista, seguita poi dalla Malmedy (curva 7), una veloce a destra in cui sfruttare tutto il cordolo in uscita per proiettarsi verso la Bruxelles. E’ una curva lunga e con doppio punto di corda, un punto in cui la precisione in ingresso è decisiva per evitare il sottosterzo.

Si cambia direzione in curva 9, poi si scende per le Pouhon (10 e 11) che si percorrono in ottava marcia, senza usare il freno. I piloti procedono, con una lieve frenata, lungo Les Fagnes, chicane destra-sinistra che si percorre in accelerazione.

L’uscita della successiva Campus inaugura il terzo settore. Si affronta in discesa, i piloti devono contrastare il sottosterzo a centro curva usanco il cordolo interno. I piloti viaggiano poi lungo la Stavelot e per altri 17 secondi in pieno, attraversando le curve Paul Frère e Blanchimont prima di arrivare alla chicane Bus Stop. La frenata per impostarla è la più dura del tracciato. secondo i dati Brembo, le monoposto vi arrivano a 333 km/h e scendono a 92 km/h in soli 134 metri.

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L’impegno dei freni al GP Belgio: i dati Brembo

La staccata dell’ultima chicane è la settima e ultima del circuito. Nonostante sia lungo sette chilometri, presenta lo stesso numero di frenate del Red Bull Ring più corto di quasi 2,7 km.

I freni vengono usati per poco più di 13 secondi a giro. In sei di queste frenate, sottolineano i fornitori dei dischi, la decelerazione supera i 4G mentre alla curva 9 è di appena 0,9G.

Pirelli, la scelta delle gomme per il GP Belgio

Per la gara di Spa-Francorchamps, Pirelli ha scelto le mescole C2, C3 e C4 come hard, medium e soft. Dunque, una combinazione di una gradazione più morbida rispetto al 2019.

Spa-Francorchamps è un tracciato assolutamente iconico: una pista old-school con continui dislivelli” ha detto Mario Isola, responsabile F1 e car racing di Pirelli. Essendo una delle poche gare a non aver cambiato data in calendario rispetto al 2019, i team avranno più dati a disposizione per definire le strategie.

L’anno scorso, la maggioranza dei piloti scelse di completare con una sola sosta passando dalla soft nella prima parte di gara alla media nella seconda.

Dopo la giornata delle prove libere, con temperature sotto i venti gradi, le difficoltà di mettere insieme un giro perfetto si sono amplificate per i piloti. “Abbiamo rilevato un gap maggiore tra le mescole soft e medium di quanto avevamo previsto finora” ha aggiunto Isola. Il gap si attesta sui nove decimi sul tempo sul giro. Tra la hard e la medium, invece, la differenza di prestazione è di soli tre decimi.

GP Belgio, statistiche e curiosità

Dal 1950, si sono disputate 52 edizioni del GP Belgio a Spa-Francorchamps. Ventisette i vincitori, guidati da Michael Schumacher che ha trionfato sei volte. Il tedesco è il più titolato all’università della Formula 1. Schumi vanta anche un altro primato. E’ il pilota che ha vinto partendo più indietro in griglia, sedicesimo nel 1995. E’ anche uno sette che hanno trionfato per tre volte di fila, come Jim Clark e Ayrton Senna, capaci di ripetersi per quattro anni consecutivi, Alberto Ascari, Juan Manuel Fangio, Damon Hill e Kimi Raikkonen.

Oltre af Iceman, in griglia quest’anno figurano quattro piloti che hanno vinto almeno una volta su questo tracciato: Lewis Hamilton e Sebastian Vettel hanno chiuso tre volte al primo posto, Daniel Ricciado ha trionfato nel 2014, Charles Leclerc un anno fa. Il monegasco ha portato a 14 i successi della Ferrari, la scuderia con più vittorie a Spa, due in più della McLaren.

Sono settantadue i piloti saliti sul podio su questa pista. Anche questo record appartiene a Michael Schumacher (9). Hamilton, che ha otto piazzamenti in top 3 potrebbe raggiungerlo. Resta memorabile soprattutto il terzo posto del 2016, suggello di una rimonta iniziata dalla ventunesima posizione in griglia.

Il sei volte campione del mondo è anche il pilota con più pole position a Spa (5). E’ uno dei sette con almeno due pole consecitive. Nell’elenco Senna, sempre “al palo” dal 1988 al 1991, Fangio, Graham Hill, Alain Prost, Jacques Villeneuve, Mika Hakkinen. Chi è partito in pole ha poi vinto la gara 19 volte a Spa. Trentatré i successi complessivi per i piloti scattati dalla prima fila.

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Alessandro Mastroluca

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