Hamilton alla conferenza stampa del GP del Belgio si dice molto sorpreso dal clamore che stanno suscitando le iniziative degli sportivi americani, in particolare quelli NBA che hanno aderito al movimento End Racism.
Ma sul coinvolgimento dei colleghi di Formula 1, Lewis Hamilton è ancora una volta piuttosto scettico.
Il leader del Mondiale tuttavia sa di essere un simbolo del movimento, e non si tira indietro: “La questione non è tanto cosa fare ma come fare e in quanti lo fanno – ha detto Hamilton nel corso della conferenza stampa – quello che mi sorprende di quanto sta accadendo per esempio in NBA è la compattezza della loro azione, la loro coesione. Ha senso che io per conto mio faccia una cosa eclatante qui, e magari da solo? Non credo… Credo che il mondo in questo momento ci guardi con attenzione e ci chieda un grande cambiamento. Tutte le partite di NBA, WNBA, Major League di basket e di calcio sono un segnale: è un boicottaggio. I Milwaukee Bucks che si rifiutano di uscire in blocco dagli spogliatoi sono un segnale forte. Io sono e resto orgoglioso delle mie decisioni personali ma non posso agire per gli altri”.
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“Sono colpito e ammirato da quello che stanno facendo molti sportivi americani a tutti i livelli e in qualsiasi competizione, sono loro che stanno spingendo per quel cambiamento che il mondo ci chiede. Sono ammirato per esempio anche da chi vive lo sport come testimone, i commentatori per esempio. Perché anche loro stanno giocando un ruolo di straordinaria importanza in termini di sensibilizzazione e di correttezza di informazione. Ma questo succede negli Stati Uniti, per il pubblico americano, che sta vivendo in prima persona tutto quello che accade, e con sportivi americani. Qui siamo in Belgio… non negli USA”
Lewis Hamilton sembra ancora una volta criticare i colleghi, alcuni dei quali non sembrano aver partecipato con grande entusiasmo alla campagna end racism iniziata dalla Formula 1 sull’onda di quella che è stata l’iniziativa di Hamilton: “Parlare di boicottaggio qui, in Formula 1 è molto diverso – dice Hamilton – un pilota potrebbe anche decidere di non partire. Avrebbe senso? No, se partono tutti gli altri. Non so cosa si possa fare per continuare a sensibilizzare, per fare tutti la nostra parte. Dovremmo essere davvero tutti uniti e compatti, come sta accadendo negli Stati Uniti. Parlerò con la Formula 1 e vedrò che tipo di iniziative si possono prendere”.
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