Incredibile finale al MotoGP Stiria. Miller ed Espargaro lottano per il primo posto, sbagliano all’ultima curva: ne approfitta Oliveira.
Per la prima volta dal 2016 la Ducati viene battuta al Red Bull Ring. In Austria, al secondo gran premio consecutivo sulle colline della Stiria sul circuito di proprietà del colosso che “ti mette le ali”, come vuole lo slogan, vola Oliveira. Vola l’uomo che non ti aspetti, il terzo che sbuca mentre gli altri due, il poleman Pol Espargaro e Miller, sbagliano nel calore della battaglia per la vittoria.
Così il Portogallo diventa la ventesima nazione diversa a vincere un GP in classe regina e Oliveira si gode anche la BMW 4 che gli viene regalata dalla casa tedesca.
E’ certamente il meno atteso, il portoghese, che con la KTM ha vinto sei gare in Moto3 nel 2015 e altrettante in Moto2 fra 2017 e 2018. Galleggia ai margini della zona podio per tutta la prima parte di gara, fino al clamoroso ritiro di Vinales. Clamoroso per modalità, che di nuovo sparge schegge di paura sul circuito adagiato in un contesto idillico ma su cui in tanti hanno visto la morte in faccia negli ultimi due gran premi.
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Non è il più veloce, Oliveira. Arriva da una nazione di cui rappresenta quasi per intero la tradizione motociclistica. Però sente l’occasione, non sbaglia, scatta bene alla seconda partenza. In zona podio, almeno. Miller e Espargaro però sembrano avere più chances di vittoria.
Oliveira spera che la moto lo aiuti, almeno quanto Steven Bradbury confidava nelle sue gambe prima della finale di short track alle Olimpiadi di Salt Lake City 2002. Ci è arrivato grazie alla squalifica di un rivale nei quarti e alla caduta di due avversari in semifinale. In gara ci sono Li Jiajun, Apolo Ohno, Hyun-Soo Ahn e Mathieu Turcotte.
Bradbury parte senza chances di vittoria. E’ il più vecchio di tutti, e al Tegraph ammette: “Quando devi fare quattro gare in due ore e ti danno solo due ore di pausa diventa difficile. Ero scettico. Pensai di starmene fuori dal gruppo, aspettando che gli altri sbagliassero”.
Hanno sbagliato, altrimenti Bradbury non sarebbe diventato un’icona sportiva, popolare in Italia anche grazie alla Gialappa’s Band. Sono caduti tutti. Lui però è talmente staccato, talmente indietro, che non ne viene coinvolto, resta in piedi e vince l’oro.
Sbagliano anche Espargaro e Miller, vanno larghissimi all’ultima curva. Miller va largo e nel duello spinge anche lo spagnolo oltre il limite della pista. Finisce su un tratto verde, che non è un grande prato verde dove nascono speranze, è un’insidia che le speranze le può cancellare.
Oliveira però è vicino, abbastanza vicino per non farsi coinvolgere e allo stesso tempo per godere, da terzo incomodo, della lotta sportiva fra i due in lotta per la vittoria. Quella vittoria che invece sarà sua, primo portoghese a vincere in MotoGP.
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