Alla vigilia del MotoGp di Stiria, a chi gli chiede se il pauroso incidente di domenica che ha quasi rischiato di “decapitare” lui e Vinales, gli ha fatto cambiare idea sul prossimo anno, Valentino Rossi risponde con un secco “No, nessuna paura, non smetto”.
Anzi, il dottore rilancia su quelle che sono le sue intenzioni quando lascerà la MotoGP.
MotoGP Stiria, Valentino Rossi non molla
La paura è stata tanta: “Rivedendo le immagini più e più volte ammetto che è stato tutto pauroso, persino un po’ allucinante. Ho visto la moto di Zarco quasi finire addosso a Vinales e non ho visto quella di Morbidelli che mi ha tagliato la strada solo perché era troppo veloce e troppo vicina a me. Credo sia stato un miracolo. Abbiamo avuto davvero tantissima fortuna perché siamo usciti tutti incolumi da uno degli incidenti più paurosi da quando corro. Ma a chi mi chiede se ho avuto paura rispondo… e chi non ne avrebbe avuto. E a chi mi dice se questo è un buon motivo per smettere rispondo certamente di no”.
Valentino Rossi non ha alcuna intenzione di ritirarsi: “Nessun ritiro, ci mancherebbe, non mi ci vedo a casa sdraiato sul divano o fuori con i miei cavalli a fare l’allevatore. Il giorno che smetterò con la MotoGP continuerò a fare qualcosa di altrettanto pericoloso. Magari correrò con le auto endurance per la 24 ore o farò rally o fuoristrada. Non lo so. Sono un pilota, sono nato con questa attitudine e non mi vedo a fare nulla di diverso da questo”.
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“I commissari devono ascoltare i piloti subito…”
Tornando sull’incidente però Valentino Rossi chiama a qualche responsabilità anche la commissione corse: “Stiamo assistendo a diversi incidenti e questo non va bene, non solo in MotoGP ma anche in Moto2 e Moto3 ci sono stati diversi momenti molto pericolosi che ci devono fare riflettere. Qui la pista è bella, ma anche pericolosa. E lo sappiamo tutti. Alzare le barriere è una risposta ma se sarebbe servito per proteggerci dalla carambola della moto di Zarco, non ci avrebbe salvato da quella della moto di Morbidelli che è rimasta radente all’asfalto. Ci sono alcuni punti in cui si va oltre i 300 km/h, la velocità media è sempre molto alta e il punto peggiore è anche quello più spettacolare, tra le curve #2 e #3, proprio dove c’è stato l’incidente. Cambiare un tracciato è difficilissimo e molto costoso. Ma qualcosa credo si debba fare”.
Valentino Rossi chiama anche in causa i commissari: “Credo sia fondamentale che ascoltino i piloti subito dopo la corsa, non ha senso che intervengano a mente fredda, dopo due o tre giorni. In questo senso sicuramente presenterò una istanza personale anche in commissione sicurezza. È vero che i commissari devono prendere le loro decisioni a mente fredda e senza farsi influenzare da nessuno ma è fondamentale che ascoltino i piloti a caldo, e subito. E che la loro decisione nel caso siano necessarie delle sanzioni sia molto rigida e molto severa”.
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Per Valentino Rossi “tanta competizione, pure troppa”
La competizione non è mai stata così spinta: “Abbiamo almeno una dozzina di piloti stretti in meno di mezzo secondo, i rider che arrivano da Moto2 e Moto3 sono tutti estremamente veloci e aggressivi. È vero che le piste oggi sono molto più sicure di prima ma le moto sono tutte estremamente spinte. Questo incidente di domenica scorsa è stato estremamente simile a quello di diciotto anni fa avvenuto in Formula 1, mezzi completamente diversi ma dinamiche quasi identiche. Quindi è evidente che qualcosa è necessario: da parte mia posso solo portare la mia esperienza per fare in modo che incidenti come questi non si verifichino più perché posso garantire che siamo stati tutti molto fortunati a poterlo raccontare senza essere su una sedia a rotelle”.
L’incidente è stato visto e rivisto sui social. A Valentino questa spettacolarizzazione non piace: “Non sono d’accordo sul fatto che certi incidenti diventino elemento di spettacolarizzazione in video e che siano mostrati troppe volte. Però, per come la vedo io – sottolinea Rossi – è sempre positivo sapere e capire che cosa è successo. Ed è anche positivo vedere le conseguenze perché questo significa prestare maggiore attenzione per il futuro. Siamo comunque dei testimoni di quanto il motociclismo sia uno sport pericoloso. I piloti non devono mai, mai dimenticare, che possono essere veloci e aggressivi. Ma sempre con il giusto buon senso”.
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La pensione può attendere
Valentino Rossi domenica correrà il suo 346esimo gran premio da professionista in una categoria regina, considerando sia la MotoGP che la vecchia 500 che a Spielberg festeggia la sua gara numero mille: “Mi fa una certa impressione pensare di avere corso così tanto e per così tanti anni ma mi ricorda anche che il tempo sta passando, e questa cosa mi piace un po’ meno. Mi auguro solo un buon gran premio, con una moto performante. Rispetto a domenica scorsa possiamo migliorare. So che non siamo né in lizza per vincere e forse nemmeno per il podio ma c’è un buon margine di miglioramento che dobbiamo provare a colmare”.
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