In questi giorni si festeggiano i quarant’anni della pubblicazione di uno dei film più iconici e amati di sempre, “Blues Brothers”.
Il capolavoro diretto da John Landis è studiato da anni per le sue citazioni, per la partecipazione di stelle della musica blues e rock ma soprattutto per la straordinaria maschera di Joliet Jake ed Elwood Blues, interpretati da John Belushi e Dan Aykroyd.
Blues Brothers, il capolavoro di John Belushi
“Blues Brothers”, insieme ad “Animal House” è sicuramente il capolavoro di John Belushi, morto tragicamente all’apice della sua carriera a soli 33 anni nel 1982. Belushi, attore comico e autore sopraffino di origine albanese, era esploso con la sua comicità irriverente grazie al “Saturday Night Live” e il carattere di Jake Blues era perfettamente ritagliato sulle sue caratteristiche. Belushi aveva personalmente messo mano al copione (scritto da Landis e Aykroyd) inserendo alcune battute e riscrivendo interamente alcune scene come quella celeberrima in cui chiede scusa alla fidanzata (interpretata da Carrie Fisher, la principessa Leia di “Guerre Stellari”) citando un quadro apocalittico di inondazioni e cavallette. La più spassosa forse è quella del ristorante di lusso in cui offre dei soldi per comprare la moglie e le figlie di un altro cliente.
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Un set che diventa uno sfasciacarrozze
Ma la caratteristica più particolare di “Blues Brothers” riguarda il numero di auto distrutte. John Landis presentando il copione fu molto chiaro: “Voglio una distruzione globale di auto, come se non ci fosse un domani. La produzione dovrà comprare tutto quello che si muova e possa essere distrutto”. Fu accontentato. La Universal comprò a un’asta della Polizia di Chicago, il film era completamente ambientato nella Windy Town, sessanta vecchie auto di servizio in pessime condizioni ma ancora marcianti. E altre quaranta auto civili, alcune delle quali nuove di zecca.
La scena del supermercato, nella quale Elwood irrompe all’interno di un grande mall center distruggendo qualsiasi cosa si ponga davanti alla sua auto, compresa una concessionaria della Oldsmobile, è celeberrima. Per girare l’inseguimento, vennero impiegate tre diverse troupe, anche loro equipaggiate con tre diversi furgoni. E alla fine la confusione fu tale che anche i mezzi utilizzati per le riprese si schiantarono e vennero rottamati.
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L’inseguimento finale
La scena dell’inseguimento della Blues Mobile, dal Palace Hotel sul Lago Wazzapamani verso Chicago, dura tutta la notte. I fratelli Blues devono portare l’incasso della serata di un loro concerto all’ufficio delle tasse della Contea per evitare la chiusura del collegio e dell’istituto di suore nel quale erano cresciuti. Inseguiti da decine di auto della polizia riusciranno a creare incidenti su incidenti. Incredibile quello sullo scambio di carreggiata della Lake Freeway nel quale si incastrano decine di auto della polizia. Al termine della corsa la Blues Mobile cadrà a pezzi, pochi istanti dopo essere stata parcheggiata. In realtà per realizzare quella scena gli esperti di Landis ricorsero a 32 microcariche esplosive. Le posizionarono sulle cerniere dell’auto in modo tale da rendere l’idea di una implosione. Qualcosa che poi venne copiato da molti altri film successivi…
Per anni il film mantenne il record di auto distrutte in scena per la produzione di un film, 103. Per il remake della pellicola, vent’anni dopo – quando John Belushi era morto da tempo ma la popolarità del film era diventata ormai leggendaria – Landis decise che di auto ne andavano distrutte di più. E ne fece inserire una in extremis, durante l’inseguimento finale per arrivare a 104 auto da consegnare allo sfasciacarrozze dopo le riprese.
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