In un GP di Spagna dominato dalla solita Mercedes di Hamilton, dove gli unici a non essere doppiati sono i piloti che salgono sul podio, diventa difficile capire i veri valori di quello che è un dominio assoluto e inattaccabile.
Lewis Hamilton – È difficile assegnare un valore a un pilota evidentemente più forte che corre sulla macchina più affidabile. Ma Hamilton ha il pregio di rendere tutte le cose più facili, anche quella di non commettere errore e di valutare correttamente condizioni, motore e gomme. Voto 9, inattaccabile.
Max Verstappen – La differenza la fa all’inizio quando riesce a mettersi tra le due Mercedes con grande intelligenza, è l’unico highlight di rilievo di tutto il Gran Premio. Vive di rendita tenendo Bottas lontano ed è abbastanza per risultare comunque eccellente dietro a un avversario imbattibile. Voto 7, fa quello che può.
Valtteri Bottas – Commette un errore alla partenza che gli costa un avvio lento e faticoso dal quale si riscatta bene con una condotta aggressiva che frutta il terzo posto. Si toglie la soddisfazione del giro più veloce giusto per togliere l’en plein al compagno di squadra. Voto 6, sempre qualche errore di troppo.
Sebastian Vettel – Di fronte a una macchina che fa una fatica bestiale e che spesso si dimostra non solo lenta ma anche inaffidabile è l’unico ad avere un impeto di orgoglio, ad alzare la voce via radio e a dire una roba sacrosanta “Non abbiamo nulla da perdere”. Manda a quel paese i box che gli dicono di rientrare. Va a punti, basta questo per una sufficienza di merito. Voto 6.5, d’orgoglio.
Charles Leclerc – Fino al momento del blackout elettrico non fa niente di incredibile per guadagnarsi il minimo indispensabile per arrivare a una sufficienza. Sentirlo ripetere per l’ennesima volta “dobbiamo analizzare i dati, dobbiamo lavorarci sopra” suona come una giustificazione per sé e il team davvero poco credibile. Ai paddock appare demolito dal caldo, ma soprattutto dalla delusione. Voto 5, devastato.
Carlos Sainz – Sulla pista di casa si conferma estremamente aggressivo e concreto con una gestione intelligente della gara difendendosi sempre con estrema lucidità. Una buon gara la sua su una macchina affidabile contro una Racing Point affidabile. Voto 6, tonico.
Lance Stroll – È quarto, ma è anche il primo dei doppiati. Meglio lui di Perez, questa volta, ribaltando quelle che erano le sensazioni viste in prova. Anche se la posizione gli viene regalata solo per una penalizzazione del messicano. Voto 6, meglio che niente.
Sergio Perez – Meno brillante rispetto alle prove e alle aspettative, non esce quella cattiveria che si era vista durante le qualifiche e in tutta onestà – per quanto la penalizzazione sia discutibile soprattutto nella circostanza in cui nasce – è meno incisivo. Voto 5.5, non abbastanza.
Daniel Ricciardo – Una Renault fuori dalla Top Team che riconferma le valutazioni non positive espresse dopo le qualifiche. Forse il presunto disimpegno della scuderia dalla Formula 1 non aiuta ma la sensazione è che la stagione rischi di proseguire male e finire peggio. Voto 4.5, impalpabile.
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