Anche nelle qualifiche del GP di Spagna, soliti voti alti per Hamilton, Bottas e Mercedes con Perez di nuovo in grandissima evidenza. Deludono le Renault ma anche le Ferrari, otto decimi più lente rispetto all’anno scorso.
Lewis Hamilton – Continua a cannibalizzare il campionato del mondo tenendo costantemente dietro di sé un Bottas comunque straordinario e permettendosi anche il lusso di non migliorarsi nel giro più veloce della Q3: 92esima pole in carriera e festeggia la centesima pole Mercedes dal 2014 a oggi. Voto 9, e non copia mai.
Valtteri Bottas – Bisogna riconoscergli la grande ostinazione e caparbietà nel cercare di dare fastidio in tutte le maniere al compagno di squadra. Ma ogni volta che si trova davanti viene rimbalzato indietro, anche se solo per pochi centesimi. Voto 8, ostinato ma secondo.
Max Verstappen – È il primo ad ammettere che per togliere la pole position alla Mercedes ci vorrebbe un autentico cataclisma. Si limita a fare il proprio senza commettere errori e a testare la macchina su un circuito estremamente caldo e difficile. Esce con il terzo tempo a 7/decimi da Hamilton. Voto 7, umano.
Sergio Perez – Torna in pista con grandissima aggressività. La cosa più bella la offre durante la Q2 quando supera anche Bottas e mette il sale sulla coda di Hamilton che per la verità non aveva spinto tantissimo. Aggressivo, determinato, sta cercando in tutte le maniere di tenere Vettel fuori dalla porta del suo paddock. Voto 7, resiliente.
Lance Stroll – Fa tutto bene fino al momento in cui deve provare a fare qualcosa di più e, proprio in quel momento, sul più bello, gli manca la perfezione. Che non significa andare davanti a Hamilton. Ma cercare, per lo meno, di stare davanti al compagno di squadra. Voto 6.5, ma potrebbe fare di più.
Alexander Albon – In un continuo saliscendi motivazionale che lo vede prima schiacciato dalla prepotenza di Gasly, soprattutto nelle prime due sessioni e poi finalmente pronto a liberare tutta la potenza della sua Red Bull, Albon dà sempre l’idea di essere in grado di tirarsi fuori dal pantano quando rischia di affogare. Anche questa volta, il suo giro veloce, è un capolavoro di temperamento e Gasly, dopo essergli stato davanti quando non serviva, respira i suoi scarichi. Voto 6, ma incostante.
Charles Leclerc – Bisogna ammettere che il ferrarista ha fatto di tutto, ma veramente di tutto, per mettere la sua Ferrari in condizioni di stare davanti, anche superare con una manovra spericolata un paio di McLaren pur di non avere nessuno davanti e lanciarsi in un giro senza traffico. Alla fine il suo tempo è mediocre, molto peggiore di quello dell’anno scorso. Frutto più che di errori suoi, che ci sono comunque stati, di una macchina che si sta continuando a dimostrare poco performante rispetto alle avversarie. Voto 5,5 risicato.
Sebastian Vettel – La sfortuna, e forse qualche errore infinitesimale nell’unico giro che contava in Q2, gli costano due millesimi di secondo che lo tengono fuori per la terza volta quest’anno dalla Q3. È un momentaccio e lo si vede anche da queste cose. Quando qualsiasi aspetto secondario potrebbe andare dritto e invece ti fa sbandare. Voto 5, sfortunato ma la macchina non va.
Kimi Raikkonen – In uno dei tormentoni pubblicati su TikTok di questo ultimi tempi qualcuno urlerebbe “È vivo!!!”. Con la rabbia del veterano che non vuole cedere alle voci di un prepensionamento sfoggia l’ultimo giro di Q1 degna dei bei tempi e guadagna supera la prima volta il taglio nel corso di questa stagione. Abbiamo sempre sottolineato i suoi errori stavolta va sottolineata la sua zampata di classe ed esperienza. Voto 6.5, vecchio leone.
Daniel Ricciardo – Da lui, più ancora che dalla Renault che sembra essersi nuovamente involuta rispetto alle premesse di Silverstone, arriva la delusione più acuta della giornata. Risponde bofonchiando in modo sconnesso alle voci che parlano di una dimissione della casa francese dalla Formula 1 e certo non aiuta la causa. Voto 4.5, zero motivazione.
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