Il 13 agosto del 1989, Nigel Mansell firmò su Ayrton Senna uno dei sorpassi più iconici della sua carriera. Riviviamo quel momento
Il 13 agosto è un giorno che gli appassionati di Formula 1 non possono dimenticare. I tifosi della Ferrari, di sicuro tutti quelli che erano all’Hungaroring o davanti alla tv l’antivigilia di Ferragosto del 1989, conservano il ricordo di una domenica speciale. Una domenica da leoni. Grazie al Leone, Nigel Mansell, al primo anno a Maranello.
La Ferrari di John Barnard presenta un innovativo cambio semi-automatico con le leve dietro il volante per cambiare le marce. Mansell vince il GP del Brasile, ma il Mondiale inizia come il precedente, con un dominio McLaren. Il duopolio Senna-Prost appare inattaccabile. All’Hungaroring, circuito tortuoso che consegna alla memoria gare più vicine a una coda estiva in autostrada, lo scenario non induce certo all’ottimismo. Mansell, infatti, parte dodicesimo.
Mansell però ha azzeccato le gomme da gara e infila un giro veloce dietro l’altro. Guadagna posizioni, risale giro dopo giro, metro dopo metro, fino a mettersi in scia dei primi tre. L’Hungaroring richiede ai piloti di inventarsi i sorpassi dove lo spazio non c’è. Mansell, con la Ferrari numero 27 che fu di Gilles Villeneuve, piazza un paio di numeri di riscaldamento. Sfrutta la scia di Prost in rettilineo, dopo tre curve finta l’attacco sulla Williams di Riccardo Patrese e gli sguscia davanti con la genialità di uno Schiaffino.
Attenti a quei due, adesso. Il Leone ha solo un’altra preda a separarlo dalla vittoria, Ayrton Senna. Mansell, ha detto una volta il brasiliano icona della Formula 1, è l’unico pilota dal quale non so mai cosa aspettarmi.
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Accadde oggi, il duello Mansell Senna: il video
La Ferrari è più veloce, ma Senna si difende come nessun altro. Serve un episodio, una coincidenza, il quid di imponderabile che spariglia destini e fortune. E quel qualcosa succede al giro 58. Senna ha davanti un pilota da doppiare, Johansson su Onyx. Si concentra su di lui, mentre da dietro il baffuto britannico lo punta.
Johansson è uno spettatore occasionale, si defila dal duello. Per un attimo i tre sono attaccati, allineati, come in una scena da film. Mansell si allarga e li supera entrambi. Senna, furioso per l’attacco subito in una frazione di secondo di distrazione, vede il rivale volare via, lontano, verso la vittoria. Verso una domenica di gloria. Una domenica da Leone.
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