Moto GP

Brad Binder, chi è il pilota MotoGP che piange per mamma e papà

Brad Binder è una celebrità. Ha conquistato la sua prima vittoria in un Gran Premio MotoGP ed è il primo sudafricano che è riuscito a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro della rassegna.

Brad Binder, prima vittoria in carriera in MotoGP a Brno (Getty Images)

La stragrande maggioranza dei giornali sudafricani, oggi, erano tutti per lui e lo celebravano come un vero e proprio eroe nazionale.

Brad Binder, l’eroe del giorno

Eppure al suo esordio in MotoGP stupiva peer umiltà e la dolcezza con la quale questo ragazzino si presentava al cospetto di miti all’insegna dei quali era cresciuto: “Sono onesto – aveva dichiarato poco prima di scendere in pista con la KTMio non so che cosa ci faccio qui. So di essermi comportato bene nei campionati precedenti e so di essere cresciuto e migliorato molto ma qui è tutta un’altra cosa. Mi sembra di essere un ragazzino tra gli Avengers e io so di non essere un supereroe punto sono una persona molto normale che arriva da una famiglia assolutamente normale che ha fatto sacrifici indicibili per portarmi fino qui. Spero solo che non si siano sbagliati e che io mi meriti davvero questa occasione”.

Queste dichiarazioni di Brad Binder sono state ribattute soltanto in Sudafrica. I tanto celebrati motori di ricerca non lo hanno considerate nemmeno di striscio. Fino a ieri. In fin dei conti Binder non era esattamente il motociclista più ricercato in un campionato che iniziava dopo la drammatica chiusura per la pandemia e che aveva molti altri interrogativi cui dare risposta. Ieri improvvisamente il colpo di scena.

Gli Avengers diventano persone assolutamente normali e il supereroe è lui, Brad Binder.

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Il capolavoro di Binder

Brad scatta immediatamente tra i primi, si mette all’inseguimento di Franco Morbidelli, lo tallona con grande attenzione per gran parte del Gran Premio poi, quando capisce che la sua moto ne ha di più e che è la volta buona, lo passa in tromba con un sorpasso da capogiro e, non contento, continua ad attaccare con uno sciagurato fino alla fine infliggendogli quasi 5” di distacco in pochi giri. Il suo ultimo giro è da cardiopalma. Binder, senza considerare minimamente il fatto che ha un vantaggio grandissimo e che deve solo stare attento a non fare pasticci, continua ad attaccare come un forsennato mentre tutti i dirigenti della KTM sono in ginocchio nel paddock, pregando che non combini qualche pasticcio.

Ma Brad, 24enne di Potchefstroom, non pasticcia. Si trasforma dal mite Clark Kent in Superman, anzi, in Thor prendendo a martellate sulla testa i volti di chi su figurine o poster campeggiava sulla sua cameretta di qualche anno fa. Per lui, nato due anni prima che Valentino Rossi conquistasse la sua prima vittoria neel motomondiale, è la consacrazione definitiva di un talento nato molto tempo fa. Prima in Sudafrica, poi in Moto3, quindi in Moto2. Un talento dovuto alla passione del nonno, il primo che lo fece salire su una moto, e alla perseveranza di suo padre Trevor, che si è ammazzato di fatica per pagare i conti e far sì che il ragazzo potesse avere almeno un’opportunità, una sola, di poter correre in motocicletta.

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Una tribù numerosa e felice

I Binder sono una famiglia straordinaria, qualcosa degno del libro Cuore. Ogni anno si riuniscono a decine, per un pranzo collettivo nel corso del quale si vive solo la gioia di stare tutti insieme e ognuno racconta quello che capita. C’è l’ingegnere che lavora all’estero, l’insegnante che deve spiega una nuova classe, mamma Sharon, che è una grande appassionata di ricamo e uncinetto.  adesso ci sarà Brad che dovrà raccontare della sua prima vittoria in Motomondiale .

Papà Trevor viene raggiunto telefonicamente dalla televisione sudafricana per avere un primo parere sulla vittoria del figlio punto ma non riesce a parlare: “Scusate sto singhiozzando”. Dall’altra parte del mondo, i suoi genitori non possono esserci per via della pandemia e non li vede da mesi, le prime parole di Brad vanno proprio a mamma e papà: “Vi amo, vi ringrazio, avrei voluto vincere davanti a voi come avevo promesso perché per me avete fatto tutto quello che potevate. Scusatemi e non potete essere qui. Posso solo essere orgoglioso di avere dato un senso a tutti i vostri sforzi e state tranquilli a Darryn ci penso io”. Darryn è il fratello minore di Brad, anche lui grande promessa della Moto 3 cui finalmente gli sponsor, ma anche il fratello maggiore grazie primi guadagni, possono garantire quella visibilità che il ragazzo sicuramente merita.

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Stefano Benzi

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