Lufthansa è una delle compagnie aeree che sta registrando una fase di profonda sofferenza anche in questo periodo post lockdown. I passeggeri sono calati drasticamente e il bilancio è il peggiore per l’azienda in 65 anni di storia.
L’estate che stiamo vivendo è certamente particolare, non solo perché siamo chiamati a rispettare le norme in vigore per far sì che non possa esserci una nuova impennata di casi di Coronavirus, ma anche perché questa situazione ha inevitabilmente inciso sul piano che molti avevano fatto in vista delle vacanze. In molti hanno disdetto, ma chi non ha voluto rinunciare all’idea di trascorrere un periodo di relax lontano dalla routine quotidiana ha optato per una destinazione differente o cambiato idea sul mezzo da utilizzare per arrivare a destinazione. Ne sanno qualcosa anche le compagnie aeree, alle prese con misure restrittive che continuano a cambiare e con un calo drastico della domanda. Lufthansa, in modo particolare, è una delle realtà che sta affrontando un periodo di profonda sofferenza.
I dati diffusi dalla società sono davvero allarmanti e mettono in evidenza un quadro che non ha precedenti nei 65 anni di storia dell’azienda. Solo nei primi sei mesi dell’anno, il Gruppo, uno tra i più importanti nel suo settore in grado di coprire moltissime zone del mondo, ha registrato una perdita media di 20 milioni di euro al giorno, arrivando al 30 giugno con 3,62 miliardi di euro di rosso a causa del coronavirus e del blocco del trasporto aereo. A mettere in evidenza la situazione è la semestrale diffusa nelle ultime ore. A questo punto i licenziamenti sarebbero inevitabili.
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L’allentamento delle misure restrittive non ha registrato grandi miglioramenti, anzi. Nel secondo trimestre — dal 1° aprile al 30 giugno – il calo dei passeggeri è stato addirittura pari al 96%, pari a (a 1,16 milioni) rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre nell’intero primo semestre del 2020 il totale è di 19,22 milioni (-66%). Una situazione che sarebbe da legare alla minore capacità di acquisto di molti, che hanno deciso inevitabilmente di ridurre spese “inutili”, ma dettata anche dalla volontà di evitare spostamenti che potrebbero rivelarsi dannosi per la salute.
Le prospettive per il futuro sembrano esseere quindi tutt’altro che rassicuranti. In base alle previsioni dell’azienda, infatti, difficilmente si potrà tornare alla normalità non prima del 2024. A farne le spese saranno quindi anche i lavoratori del Gruppo, che comprende anche Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Eurowings e Air Dolomiti. Le previsioni attuali fanno pensare alla necessità di tagliare almeno 22 mila persone, rispetto ai 130 mila dipendenti totali. Anche l’offerta garantita sarà ridotta: si pensa a una riduzione della flotta di almeno 100 aeromobili.
Un leggero miglioramento, è comunque importante sottolinearlo, si è visto in questo mese di luglio che ci siamo da poco lasciati alle spalle. Nel mese passato si è registrata una crescita, ma questa rappresenta solo il 20% di quanto fatto un anno fa.
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