Rimossa ieri sera con l’intervento di due mezzi speciali e di un camion la carcassa del fuoristrada Chevrolet di proprietà del comico e fondatore del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo protagonista di un drammatico incidente stradale.
Morirono tre persone, amici dell’attore. Grillo rimase ferito e si salvò gettandosi fuori dall’abitacolo del mezzo che stava precipitando in un dirupo.
Era il 7 dicembre 1981, ponte dell’Immacolata e sono passati poco meno di quarant’anni. Beppe Grillo stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza a Limone Piemonte, una delle zone abitualmente frequentate dai liguri che amano lo sci e la montagna. Aveva in programma un’escursione insieme ad alcuni amici tra i quali l’ex calciatore del Genoa Renzo Giberti. Giberti e Grillo, grande tifoso del grifone, erano ottimi amici. Andavano allo stadio assieme e si frequentavano molto spesso. Era stato Giberti a invitare Grillo in montagna per una mangiata e una gita in quota.
Grillo era all’apice del suo successo di comico dopo i successi del suo programma televisivo “Te la do io l’America”. Dopo pranzo il programma è quello di raggiungere la Baita a quota 2000 dove Giberti andava sempre. La Range Rover dell’ex calciatore non parte e Grillo aveva un gigantesco Chevrolet americano bianco e rosso, d’importazione, nuovo di zecca. Salgono tutti sulla macchina del comico.
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Per arrivare in quota bisogna salire lungo l’antica Via del Sale su per quella che i genovesi chiamano la Pista Cabanaira, una ‘nera’ molto ripida, uno dei dislivelli più impegnativi del comprensorio. In macchina salgono Grillo e Giberti con sua moglie Rossella e il piccolo Francesco oltre ad altri tre amici, Andrea Mambretti e Carlo Stanisci con la fidanzata Monica. Sulla pista c’è il ghiaccio. Il cane di Stanisci comincia ad abbaiare in auto e la copietta decidono di scende e proseguire a piedi. Poco più avanti, in corrispondenza di una curva a destra proprio davanti alla roccia Cabanaira, la macchina di Grillo slitta, urta una parete di roccia e precipita frontalmente in un burrone. Il comico provvidenzialmente spalanca la portiera e si butta prima che la macchina voli per diverse decine di metri nel precipizio.
I Giberti non ci riescono. Vengono sbalzati fuori dall’abitacolo; Mambretti resta aggrappato all’interno della vettura e si salverà miracolosamente. La donna muore sul colpo, Renzo Giberti verrà ricoverato in condizioni disperate e morirà in ospedale. Il corpo del piccolo Francesco verrà recuperato dopo due giorni di ricerche. Grillo resta ricoverato in stato di shock per alcuni giorni e viene indagato per omicidio colposo. La Cassazione lo condannerà quattro anni dopo i fatti perché avrebbe dovuto rendersi conto del rischio, far scendere gli occupanti del veicolo e proseguire in sicurezza. La sentenza lo condanna a quattordici mesi di carcere, pensa sospesa con la condizionale e non iscrizione della condanna nel casellario giudiziale. Argomento che gli verrà spesso contestato alla fondazione del suo movimento politico.
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La carcassa della Chevrolet è rimasta lì, in fondo al precipizio della Cabanaira fino a oggi: un rottame abbandonato e arrugginito che molti, in modo incredibile, hanno reso anche meta di pellegrinaggio per raccogliere pezzi e frammenti. Ormai la carcassa era irriconoscibile. Finalmente ieri un demolitore di Robilante è salito in quota su incarico del sindaco di Limone, Massimo Riberi, indispettito che quel tragico rottame fosse ancora oggetto di foto e di selfie. Sul posto anche Cristina Giberti che rimase orfana e che lassù non era mai salita. La ragazza ha posizionato sul luogo dell’incidente una targa ricordo: “Cari mamma, papà e Francesco il destino vi ha portati via troppo presto. Qui dove avete passato gli ultimi istanti della vostra vita vi lascio un messaggio di amore eterno”, si legge sulla targa. Beppe Grillo, che era salito sul luogo dell’incidente ai tempi dell’indagine ma che non aveva rimosso il fuoristrada che all’epoca era stato posto sotto sequestro, non ha rilasciato alcuna dichiarazione sull’argomento.
Ma il sindaco di Limone, che lo ha sentito personalmente, ha detto di averlo sentito d’accordo e sollevato per la decisione della rimozione del rottame.
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