Correre con la Ferrari sapendo di dover arrivare alla conclusione del rapporto a fine annata non è semplice per nessuno, anche per uno come Sebastian Vettel che vanta quattro titoli nella sua bacheca personale. Di questo è consapevole anche un suo ex compagno di squadra.
La stagione che è da poco iniziata è certamente inusuale per Sebastian Vettel, già certo di dover concludere la sua esperienza con la Ferrari a fine 2020. Correre con questa consapevolezza non è semplice per nessuno, soprattutto per uno come lui che sa bene cosa significhi essere campione del mondo. Almeno per ora, nonostante qualche interesse, il tedesco non ha ancora firmato con alcuna scuderia e nessuna ipotesi può essere esclusa, compreso anche un eventuale anno sabbatico.
Chi sa bene le pressioni che si respirano nel Circus può quindi comprendere lo stato d’animo del numero cinque, che ha messo a segno finora solo risultati deludenti in queste prime gare. Colpa certamente di una monoposto che non riesce a essere al livello delle avversarie più forti, ma forse anche di uno stato d’animo personale che non è dei migliori e che può incidere sulle sue prestazioni. Una situazione che sembra avere qualche punto in comune anche con quanto sta accadendo in Ducati, dove Andrea Dovizioso non ha ancora raggiunto l’accordo per il suo rinnovo con la “Rossa”. A difendere il numero cinque ora ci pensa Mark Webber, uno che lo conosce bene e che in passato è stato suo compagno di ssquadra.
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Le caratteristiche dell’attuale Ferrari non favorirebbero particolarmente Sebastian Vettel. Già in passato, infatti, il tedesco ha avuto difficoltà con un posteriore simile. Un’idea che è condivisa anche da Marc Webber, suo ex compagno di squadra ai tempi della Red Bull.
“Io e Sebastian ci siamo sentiti recentemente e lui mi ha confidato di non ritenere la monoposto del tutto congeniale al suo stile di guida – sono le parole dell’ex pilota ai microfoni di Channel 4 . La situazione con il team, inoltre, non lo aiuta. Lui non avverte la fiducia di chi è intorno a lui. Anche quando si trova nel garage non riesce ad ottenere la sicurezza di cui ha bisogno per spingere la vettura al limite. Sapere di essere scaricato da una realtà comunque importante come la Ferrari non aiuta nessuno. Ora lui sta provando a guardarsi attorno e a capire quali possano essere le eventuali alternative per il futuro. L’anno sabbatico non è da escludere, ma non è una cosa che io consiglio. Chi resta lontano dal Circus, anche se per breve tempo, corre infatti il rischio di non rientrare più“.
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