Si chiude definitivamente il dieselgate il caso riguardante i gruppi Volkswagen, Audi e Porsche che nel 2016al termine di una lunga indagine internazionale.
La vicenda è nota ma vale la pena ricordarla. Volkswagen Audi e Porsche avevano messo sul mercato milioni di auto garantendo che i loro motori diesel erano assolutamente puliti e a norma. Ma in realtà le case produttrici avevano allestito un dispositivo che l’Unione Europea ha ritenuto illegale. Grazie a questo stratagemma le auto riuscivano a superare i test delle emissioni anche se queste erano superiori alla norma.
Fu un autentico scandalo che portò il colosso tedesco a doversi giustificare di fronte a un tribunale internazionale con un crollo verticale della sua credibilità e anche del suo patrimonio borsistico. Alla fine, dopo una lunghissima trattativa legale, il gruppo ha concordato una sanzione di circa 10 miliardi di dollari. Oltre ai costi per la sostituzione o la riparazione delle auto ritenute illegal, si parla di oltre 550.000 modelli. Un costo pari all’intero fatturato di quel numero di auto nuove cui si sono dovuti aggiungere le sanzioni e i rimborsi. Perché molti proprietari non si sono accontentati di vedere la propria auto rimessa in regola ma si sono fatti pagare anche i costi e i danni del tempo perso per la revisione.
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Chiuso il fascicolo legale anche il conto economico della vertenza è definitivo. Il costo dell’intera operazione è stato di 9 miliardi e mezzo di dollari, mezzo milione in meno rispetto alle previsioni. Il che significa che la stragrande maggioranza delle auto coinvolte nel procedimento sono tornate in fabbrica. Ogni auto è stata riconfigurata secondo il progetto originale e legale, con la sostituzione del pezzo incriminato. Stando ai dati confermati dalla stessa Volkswagen il costo maggiore è stato negli Stati Uniti dove l’86% dei proprietari ha chiesto non solo la rimessa a nuovo del veicolo ma anche un mezzo sostitutivo che le concessionarie sono state costrette ad affittare con ulteriori costi aggiuntivi.
Un altro danno riguarda le cosiddette agenzie di locazione che negli Stati Uniti sono molto diffuse. Le aziende di noleggio hanno restituito alla casa decine di migliaia di macchine perché non rispettavano i termini dell’accordo. Un danno non solo per le società di leasing e di noleggio ma anche per la casa produttrice. La VW si è vista tornare a casa migliaia di macchine che, di fatto, sono state riconvertite e riposizionate sul mercato.
Nonostante il colpo pesantissimo in termini economici il gruppo Volkswagen ha dichiarato di avere già ammortizzato le perdite e di avere recuperato la sua reputation sul mercato.
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