Continua il botta e risposta tra Lewis Hamilton e i colleghi per quanto riguarda le cerimonie previste da FIA e piloti nell’ambito delle iniziative antirazzismo inserite nel programma #weraceas1 e #blackliveatter .
Come noto prima del Gran Premio di Formula 1 di Ungheria i piloti si sarebbero dovuti riunire per l’inno nazionale, schierati davanti al podio.
Molti come al solito si sarebbero inginocchiati secondo il protocollo delle proteste di queste ultime settimane. Ma tutto è stato molto frettoloso: piloti in ritardo, alcuni addirittura assenti. Al cerimoniale mancavano Daniil Kvyat, Kevin Magnussen, Antonio Giovinazzi e Romain Grosjean. Mentre Sergio Perez e Alexander Albon che inizialmente avevano detto che si sarebbero inginocchiati, sono rimasti in piedi. La cosa ha scatenato il malumore di Hamilton che ha inoltrato una protesta ufficiale alla FIA con una mail lamentando la scarsa sensibilità dell’associazione piloti di Formula 1.
Hamilton era stato molto chiaro nelle sue accuse: “In associazione piloti decidono solo in due e uno di questi ha deciso che si è già fatto abbastanza” aveva dichiarandosi riferendosi a Vettel e Grosjean, reo di non volere altre manifestazioni prima della parte dei gran premi. I rapporti tra Grosjean e Hamilton sono d’altronde tesissimi da quando il pilota della Haas aveva definito ‘vergognoso’ l’ingaggio del campione del mondo.
A rispondere questa volta è stato proprio Sebastian Vettel che, intelligentemente e visto che la polemica sta montando molto pesantemente su siti e giornali, ha deciso di fare da collettore e stemperare le tensioni. “La situazione è quella che è – ha detto Vettel – partiamo per una stagione difficile e con qualche problematica ancora da risolvere a livello generale. In effetti quello che è successo domenica non va bene. Doveva essere tutto più organizzato e meno affrettato e concordo che i piloti non dovessero arrivare in ritardo”.
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Lewis Hamilton se l’è presa molto anche perché Antonio Giovinazzi non indossava la maglietta End Racism che avrebbe dovuto portare sulla pista al momento dell’inno: “Il tempo c’era per fare tutto ma qualcosa è andato storto – dice Vettel – e sicuramente ci sono stati anche dei problemi a livello di comunicazione. Dobbiamo vederci, parlare meglio tra i noi, mettere a punto le cose e risolvere i problemi che ci sono. Sono certo che non sia una questione di mancanza di risetto ma solo di comunicazione imperfetta. Possiamo fare meglio di così”.
Polemica chiusa in attesa anche se alcuni piloti insistono sul fatto che il cerimoniale sia fuori luogo. On particolare Danill Kviat che avrebbe chiesto di tornare al cerimoniale di prassi senza magliette e piloti in ginocchio.
La questione tornerà d’attualità dopo questo fine settimana di riposo, in Inghilterra quando la Formula 1 si ritroverà a Silverstone. Venerdì, giorno di probe libere, è previsto un nuovo meeting dell’associazione piloti con Wurz, Grosjean e Vettel che dovranno di nuovo trovare un accordo su tempi e modi di realizzazione del cerimoniale pre-gara.
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