Il GP Ungheria di Formula 1 doveva essere condizionato dalla pioggia. Ed in gara è stata la grande assente pur annunciata a più riprese
Il GP di Ungheria, terza tappa del Mondiale di F1 doveva essere caratterizzata dalla pioggia, in grado di sparigliare tutte le carte in gioco. Ed infatti i piloti all’Hungaroring sono partiti con le gomme intermedie, per la pista bagnata. Il calvario, però è iniziato già dopo pochi minuti dall’inizio. La pista si è asciugata rapidamente e via tutti a montare le slick, tra rosse, gialle e bianche.
A quel punto è iniziato il vero show, ma nei muretti delle squadre. Gli ingegneri sono andati letteralmente in tilt, a scrutare cielo e – soprattutto – radar ed hanno mandato in confusione anche i piloti. Team radio a ripetizione, sull’arrivo della pioggia, imminente ma non troppo.
“Tra 10 minuti piove”, l’annuncio dell’ingegnere di pista di Hamilton. “Sarà una pioggia pesante, da heavy rain“. Anzi, no, pioverà ma non così forte.
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GP Ungheria: in attesa della pioggia, la grande assente
Il “pioverà tra 10 minuti” è presto diventato “tra 15 minuti”, addirittura localizzata in un punto ben preciso della pista. “La pioggia inizierà dalla curva 5“. I nuvoloni neri, in effetti, davano rassicurazioni. Conseguenze? Tutti in pista a ritardare i pit stop in attesa della pioggia, per poi montare le gomme da bagnato. Già, però i pneumatici nel frattempo si sono esauriti e, con loro, anche i piloti, ai box a cambiare.
“La pioggia non arriverà fino a fine gara” l’annuncio trionfante dell’ingegnere di Hamilton dopo il secondo pit stop dell’inglese. Pericolo scampato, quindi. O forse no? Il dubbio si è infatti insinuato negli ingegneri di pista di Kvyatt, nuovamente ad annunciare una probabile pioggia di lì a poco. I minuti sono però passati e dell’acqua nemmeno l’ombra. Bene ma non benissimo.
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