Jean Alesi dice la sua su quanto accaduto alle Ferrari in occasione del GP di Stiria: l’ex pilota ritiene che gran parte della responsabilità sia da addebitare alla monoposto, che non può garantire affidabilità.
Il weekend che ci siamo da poco messi alle spalle è stato decisamente negativo per la Ferrari, che si era presentata al “bis” in Austria con l’intento di confermare quanto di buono fatto all’esordio stagionale da Charles Leclerc, ma con l’auspicio di poter ottenere un risultato migliore anche da Sebastian Vettel. E invece, poco dopo il via, tutte le speranze della scuderia italiana e dei suoi tifosi si sono spente a causa del contatto ravvicinato che ha avuto per protagonisti entrambi i piloti e che ha impedito loro di proseguire la gara.
Ancora una volta, però, alla prova della pista si è capito come la monoposto presenti ancora importanti difetti e non riesca a tenere il passo delle rivali. Ma non solo della Mercedes, cosa che era comunque ampiamente prevedibile, ma anche di altri team che erano ritenuti sulla carta più deboli. Una sensazione certamente sconfortante per una realtà storica come quella del “Cavallino”, che ormai da tempo sogna di rimettere in bacheca il titolo che manca ormai dal 2007. Jean Alesi, uno che conosce bene l’ambiente di Maranello, non se la sente però di criticare duramente nè il tedesco nè il monegasco (i due si sono poi chiariti al termine del Gran premio, ma anzi sottolinea come gran parte della responsabilità dell’accaduto sia da addebitare proprio alla monoposto.
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Pur essendo ormai trascorsi diversi anni dal suo addio a Maranello, Jean Alesi è certamente rimasto legato alla Ferrari e non può non provare rammarico nel vedere il suo ex team non poter svolgere un ruolo di primo piano nel Circus. Già nella scorsa stagione sono state diverse le gare deludenti prima di poter arrivare ai primi risultati ottenuti da Charles Leclerc, comunque poco importanti ai fini della classifica.
Chi pensa che gran parte della responsabilità sia da addebitare ai piloti però si sbaglia. Almeno questa è la convinzione dell’ex pilota: “Non è certamente bello vedere due compagni di squadra che si scontrano tra loro e che non possono per questo proseguire la loro gara – sono le parole del francese a Radio Anch’io Sport -. Secondo me non è però colpa loro, quando si è costretti a partire indietro c’è infatti voglia di recuperare e il rischio di andare incontro a una situazione simile deve essere messo in conto. Quello di cui ci si dovrebbe preoccupare è la macchina, mi sembra sia davvero nata male. Non riuscire a garantire una prestazione affidabile ha il suo peso. Difficile fare ipotesi su quello che potrà accadere nel resto della stagione, ma sono convinto che possa esserci la possibilità di recuperare”.
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