Con Fernando Alonso che fa il suo ritorno ufficiale in Renault nella prossima stagione e Lewis Hamilton che sta trattando, ma non ha ancora rinnovato il suo contratto con la Mercedes per il 2021, la settimana gara il GP d’Austria e il GP di Stiria è stata dominata dalle discussioni riguardanti gli ingaggi.
Le cifre, assolutamente ufficiose e mai confermate, secondo le quali Hamilton avrebbe richiesto un ulteriore ritocco dell’ingaggio alla Mercedes per arrivare a 40 milioni di euro netti l’anno sono diventate di dominio pubblico ancora prima che il contratto venisse discusso.
È evidente che il momento per tutto il circus non è facile. Molte scuderie non si sono nemmeno potute permettere delle prove private prima di arrivare al circuito di Spielberg. I risultati in termini di errori, rotture, guasti e ritiri sono stati evidenti. La Haas è stata certamente una delle scuderie più martoriate nel corso del primo fine settimana 2020 di Formula 1. Magnussen e Grosjean sono tornai definitivamente ai box a poca distanza l’uno dall’altro dopo pochi giri.
La Haas ha tagliato il proprio budget per le corse quasi del 30% per fare fronte alla carenza di sponsor dovuto alla pandemia e anche i piloti si sono visti ridimensionare considerevolmente gli stipendi.
ma c’è un dissenso crescente su alcuni ingaggi che stanno mettendo in difficoltà tutto il business. Romain Grosjean alla vigilia del Gran Premio di Stiria ha duramente attaccato la Mercedes e Hamilton: “Il fatto che lui possa arrivare a guadagnare oltre 40 milioni di euro all’anno quando ci sono piloti che corrono tutta la stagione per 150mila euro è vergognoso. In questo momento uno spreco del genere per un solo pilota è inaccettabile”.
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Grosjean, chiede guadagni più equamente distribuiti ben da prima che il Gran Premio d’Austria evidenziasse anche i problemi di Hamilton. Il campione è finito solo al quarto posto, beffato da una penalizzazione alla partenza, da un’ulteriore penalizzazione di 5” in pista ma soprattutto da un sorpasso esagerato di Charles Leclerc. Grosjean si è fatto portavoce di una protesta che arriva dai piloti e che testimonia il clima non del tutto sereno nel paddock.
“Abbiamo discusso la questione ingaggi con l’associazione piloti e devo dire che non c’è uniformità di giudizio. Non tutti sono d’accordo ma secondo me una forbice come quella che avvertiamo tra Hamilton e altri piloti non è giustificata – dice Grosjean – soprattutto in questo momento”.
Secondo Grosjean serve un salary cap: “Bisogna premiare chi sta investendo in nuove tecnologie e in nuovi piloti non nelle Academy ma direttamente in Formula 1. Questa crisi deve anche essere vissuta come una grande opportunità che rimetta le cose in equilibrio e ponga nuove basi per il futuro”.
Sulla posizione di un tetto agli ingaggi, il cosiddetto salary cap, si era espressa favorevolmente nelle ultime settimane anche l’Alfa Romeo.
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L’unica reazione da parte della Mercedes è affidata alle parole del team principal Toto Wolff: “Con Lewis ci vedremo con calma quando saremo fuori dalle difficoltà di un avvio di stagione così particolare – dice Wolff – leggere cifre del genere in giro è una cosa assolutamente senza senso perché non c’è stata alcuna discussione tra il team ed Hamilton su clausole e importi di un eventuale rinnovo”.
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