Selfie in Auto, pubblicato su WhatsApp e Facebook: si rischia una multa salatissima e una decurtazione dei propri punti sulla patente
I Selfie nel corso degli anni sono diventati una vera e propria mania. Scattarsi foto nei posti più strani è ormai una moda, incentivata da fotocamera sempre più all’avanguardia sui nostri smartphone. Delle vere e proprie macchinette fotografiche ad alta risoluzione, capaci grazie agli altissimi pixel di catturare ogni particolare. Esistono dei luoghi dove però l’uso del cellulare è vietato, o dove è meglio lasciare libere le proprie mani per fare altro. Stiamo parlando dell’automobile ovviamente. Chi si mette alla guida deve pensare esclusivamente a quello, senza deconcentrarsi per uno scatto. In moltissimi (soprattutto i più giovani) hanno l’abitudine di ritrarsi alla guida, condividendo il risultato sui social network. Magari nel traffico, oppure durante un viaggio in autostrada, tutte situazioni in cui il rischio di creare un incidente può essere altissimo.
Guidare con una sola mano è altamente pericoloso, specie se con l’altra stiamo maneggiando lo smartphone per cercare l’inquadratura perfetta. Quello che bisogna sapere è che il Codice stradale in tal senso è molto rigido e prevede pene severissime.
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Il Codice della strada, all’Art. 173 comma 2, afferma che “è vietato al conducente di fare uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici, ovvero di usare cuffie sonore. Si possono adoperare solo apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie, e che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani“. Questo perchè: “Il conducente deve mantenere il controllo del proprio veicolo, in modo tale da poter compiere tutte le manovre necessarie, compreso l’arresto dell’auto in piena sicurezza qualora avvenisse qualche manovra improvvisa”.
Le sanzioni, inasprite all’inizio del 2020, sono durissime. Si va dai 161 ai 647 euro di multa più la decurtazione da uno a cinque punti dalla patente, con ritiro della stessa se l’operazione è reiterata. Tutto questo dovrebbe scoraggiarci, anche se i più irriducibili sembrano fregarsene.
Un aspetto fondamentale da sottolineare è però il modo in cui possiamo essere scoperti. Non serve per forza il vigile o il posto di blocco di polizia e carabinieri per coglierci sul fatto; basta infatti anche l’uso della tecnologia e dei social network. Se condividiamo la nostra foto in auto, mentre siamo in marcia, su WhatsApp o Facebook, o all’interno delle altre piattaforme, possiamo subire la medesima sanzione. La multa può essere applicata anche in forma retroattiva, entro i 90 giorni dall’episodio.
Ecco quindi che una chat con gli amici o un normale post, possono rivelarsi fatali per le nostre tasche. Cosa più importante è capire l’importanza di guidare in sicurezza, anche senza subire per forza una contravvenzione. I social lasciamoli ad altro.
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