Tutto quello che c’è da sapere sul fermo amministrativo dell’auto: cos’è e quali sono le conseguenze, perché scatta e come porvi rimedio.
Il fermo amministrativo dell’auto è un mezzo tramite il quale la Pubblica Amministrazione prova a recuperare debiti del cittadino insoluti. Per fare un esempio pratico, spesso accade che ci si dimentichi di pagare una multa, o ancora il bollo dell’auto, o addirittura il Canone Rai. Dopo numerosi solleciti che intimano la corresponsione della somma dovuta ed emessa cartella esattoriale, se la P.A. non dovesse ricevere alcun riscontro procederà appunto con il fermo, il quale però a tutela del contribuente sarà preceduto da un preavviso.
Attraverso questo mezzo sostanzialmente si impedisce al proprietario del veicolo di poter circolare con esso. Ma cosa accade una volta divenuti destinatari della notifica? In che cosa consiste tale misura? E come porvi rimedio? Procediamo con ordine.
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Il fermo amministrativo può essere disposto sia in caso di recupero di un credito insoluto da parte della Pubblica Amministrazione, sia per decisione di un giudice quale condanna accessoria per infrazione di norme del Codice della Strada. Nel presente articolo ci occuperemo del primo caso.
Come anticipato il fermo del veicolo è un atto della Pubblica Amministrazione autorizzata alla sua emissione allorquando il cittadino non abbia corrisposto il pagamento di una cartella esattoriale (atto emesso se il cittadino non onora i propri debiti).
Deciso di utilizzare tale strumento, l’Agente di Riscossione, ossia l’ente preposto al recupero (che può essere tanto l’Agenzia delle Entrate, quanto un ente locale), da comunicazione all’insolvente il quale riceverà un preavviso di fermo.
Di fronte a tale atto, le strade che si aprono sono due: saldare il debito o continuare ad ignorare l’intimazione al pagamento. Ed è qui che interviene il vero e proprio fermo con l’iscrizione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) dell’atto. Giunti a questo punto sino a quando il debitore non corrisponderà la somma dovuta, gli sarà inibito l’uso del veicolo. Una volta effettuato il pagamento la pubblica amministrazione, invece, provvederà a cancellare l’iscrizione.
Se si utilizza il veicolo nonostante il divieto si rischia una multa compresa tra euro 714 e 2.859 euro oltre al sequestro del veicolo. Si consideri, inoltre, che qualora dovesse continuarsi a non corrispondere la somma dovuta, il veicolo potrà addirittura essere forzosamente venduto per rendere più agevole il recupero del credito.
Per provvedere alla cancellazione, come anticipato, bisogna saldare interamente il debito. Non è detto, però, che il cittadino sia in grado di provvedere al pagamento versando il dovuto in un’unica soluzione. Documentando lo stato di necessità ed al verificarsi di determinate condizioni, potrà quindi chiedere una rateizzazione ossia un pagamento dilazionato nel tempo.
Durante questo periodo, ossia dalla corresponsione della prima rata al versamento dell’ultima, il contribuente può chiedere una sospensione del fermo. In sostanza, si tratta di un provvedimento a mezzo del quale il proprietario del veicolo può continuare ad utilizzare il mezzo nelle more del pagamento.
Richiedere la sospensione non necessità di grandi attività. Bisogna recarsi presso l’ente che ha iscritto il bene al PRA e portare con sé il provvedimento con cui è stato disposto il fermo.
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