Per Lewis Hamilton il GP d’Austria doveva essere il suo biglietto da visita, quello con il quale si presentava per confermare il campionato del mondo vinto lo scorso anno e monopolizzare l’attenzione in vista di una stagione 2020 atipica.
È stato un mezzo disastro. Lewis Hamilton è uscito dal Gran Premio d’Austria notevolmente ridimensionato da un compagno di squadra, Valtteri Bottas, che ha lasciato tutta la tensione mediatica sul leader per andarsi a prendere le cose davvero importanti: la pole position il primo posto.
Che Lewis Hamilton esca dal primo gran oremio della stagione con un’immagine offuscata è evidente: troppi gli errori e, soprattutto, troppa la pressione che il pilota inglese ha deciso, consapevolmente virgola di mettersi addosso su più fronti diversi.
C’è la questione del rinnovo del contratto con la Mercedes del quale tutti parlano. A fronte di una trattativa che, tra l’altro, non sarebbe nemmeno ancora cominciata, si parla di una richiesta economica ingente da parte dell’inglese che la scuderia non sembra così disposta ad accogliere. Non senza una vera trattativa. Hamilton è un vincente, forse è ancheil più forte pilota di tutti i tempi. Ma tutte le scuderie, anche la Mercedes, sono chiamate a una gestione più economica del proprio business e tutti quei soldi a un solo pilota forse, in questo momento, sono meno giustificati di prima. La Mercedes non ha voluto rinnovare il contratto con Hamilton a scatola chiusa e, in questo momento, bisogna dire che il team ha fatto bene i suoi conti prendendo tempo e dimostrando al pilota che una trattativa ci dovrà essere e sarà al ribasso.
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La campagna di sensibilizzazione per il movimento Black Lives Matter, cui Hamilton ha dedicato tutto se stesso nel corso delle ultime settimane, è stata onorevole da parte del campione del mondo ma, sicuramente, gli ha portato addosso più attenzione mediatica di quanto forse lo stesso Hamilton si sarebbe aspettato. Alla fine si è parlato molto della livrea nera, del suo lucchetto al collo, del cambio delle sue icone sui social. Oggi accanto al suo nome, su tutti gli account ufficiali che lo riguardano, compare un pugno nero rivolto verso l’alto, identico a quello delle pantere nere, il movimento degli sportivi afroamericani che esplose negli anni ’60.
Era inevitabile che Hamilton pagasse in modo emotivo e forse nervoso tutta questa attenzione. Gli errori che ha commesso a Spielberg sono stati gravi e decisivi. Quello in prova che gli è costato una brutta retrocessione sulla griglia di partenza ma soprattutto quello in pista con 5” di penalizzazione per il sorpasso subito da Albon, messo fuori da una sportellata del campione, fanno pensare. Hamilton, dal suo punto di vista, cerca di sdrammatizzare: dei due errori ammette solo il primo, quello durante le qualifiche. Del secondo accetta la conseguenza decisa dai commissari ma sostiene sia stato un semplice incidente di gara.
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Il problema è che in questo momento a uno come Hamilton gli errori non vengono perdonati da nessuno e quindi deve prestare ancora maggiore attenzione a quello che fa in pista al volante. L’unico posto dove, per il momento, le cose dipendono esclusivamente da lui.
Continuando a guardare il replay del sorpasso di Albon, resta da capire come e perché Hamilton non abbia deciso di tenere la sua traiettoria evitando il contatto. D’altronde l’unico che aveva da perderci era proprio lui. Alla fine ci hanno perso entrambi: Albon che, ancora oggi furibondo, ha visto sfumare il primo podio della sua carriera per la seconda volta e sempre con Hamilton come protagonista della controparte. Ma anche Hamilton che con un solo errore in corsa è riuscito a perdere due posizioni finendo fuori dal podio. Perché anche il sorpasso subito da Leclerc l’ha visto, forse anche per questi motivi, in ritardo nella sua reazione.
Tra poche ore Hamilton sarà di nuovo in pista con la Mercedes ad affrontare gli stessi problemi che la macchina ha evidenziato nel corso del Gran Premio d’Austria, in particolare di setup e di temperature. Ma, soprattutto, dovrà fare i conti con tutte le pressioni che si sente addosso, con il giudizio della gente, con la foga di voler ottenere subito dei risultati e dovrà inevitabilmente fare chiarezza e ritrovare la migliore condizione possibile per non commettere altri errori e dimostrare di essere ancora la miglior soluzione per il prossimo anno della Mercedes. Perché, da quello che si è visto in Austria, al momento la miglior soluzione sottomano, quella più a buon mercato, è Bottas.
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