La Mercedes W11 è un’evoluzione della monoposto del 2019. Visibili però le modifiche nel corpo vettura, alle pance e alle prese d’aria
Il 2020 è un anno particolare, speciale per la Mercedes. Le Frecce d’Argento festeggiano i dieci anni nella Formula 1 moderna. I dominatori dell’era ibrida hanno vinto 93 gare sulle 198 disputate dal GP del Bahrain del 2010, quando hanno rinnovato la storia in F1 dopo le stagioni degli anni Cinquanta e un quarto di secolo solo come fornitori di motori.
Il team di Toto Wolff ha dimostrato in questi anni di saper sfruttare i dettagli del regolamento, come dimostra l’implementazione del DAS, il “volante mobile” che può agire sulla convergenza delle ruote anteriori. Ma è proprio nell’attenzione ai dettagli, anche tra una gara all’altra, che si gioca il destino in Formula 1. Rispetto all’anno scorso, la Mercedes non ha rivoluzionato la macchina in inverno. Anche perché era prevista una rivoluzione tecnica nel 2021, poi rimandata di un’altra stagione dopo l’esplosione del covid-19.
Il team, si legge nella presentazione sul sito ufficiale della scuderia, ha cambiato quasi tutte le 10.000 parti che compongono la W11 per migliorare il contributo alla prestazione di ogni singolo pezzo. All’anteriore, ha detto James Allison, “abbiamo accettato una maggiore complessità a livello di sospensioni“, compresa la geometria dei bracci che collegano al volante.
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Per quanto riguarda il corpo vettura, la Mercedes ha abbassato il cono superiore di anti-intrusione, mentre al posteriore “siamo andati in direzione di un layout avventuroso delle sospensioni per liberare occasioni di sviluppo aerodinamico” ha aggiunto Allison.
Ma non cambia la filosofia progettuale, le sospensioni restano di tipo Pushrod On Upright, agganciate direttamente al montante nella parte superiore. Il disegno del triangolo della sospensione accentua l’inclinazione dell’asse di sterzo della ruota. In curva, dunque, la ruota si schiaccia sull’asfalto. L’aderenza, come conseguenza della più larga impronta sul terreno, migliora. C’è anche un ulteriore vantaggio di questa geometria all’anteriore. Se l’attacco superiore è molto sollevato sulla scocca, cresce la superficie libera per i flussi d’aria.
I punti forti nella monoposto che ha vinto il Mondiale 2019 chiaramente rimangono anche sulla W11. Ma l’attenzione al design del corpo vettura dimostra proprio quanto le Frecce d’Argento abbiano finalizzato il lavoro alla cancellazione del gap di velocità di punta che si manifestava l’anno scorso in rettilineo rispetto alle Ferrari.
La W11 è una Mercedes più “magra”, e non è soltanto l’effetto ottico del nero. Le prese d’aria di ispirazione Ferrari, con un’apertura più ridotta che potrebbe comportare qualche ulteriore rischio visti i problemi di surriscaldamento nella parte finale della scorsa stagione, danno alla monoposto un design più filante.
Questa riduzione, a fronte di un mancato allargamento dello sfogo per l’aria calda al posteriore, consente di esporre il fondo vettura per creare carico aerodinamico e massimizzare il flusso d’aria verso il retrotreno. Tutto finalizzato a una più elevata velocità di percorrenza sul dritto.
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