Formula 1, i segreti della SF1000, la Ferrari di Leclerc e Vettel: telaio, motore, design. Le differenze rispetto alla SF90 del Mondiale 2019
La Ferrari si prepara a festeggiare i 1000 gran premi di storia in Formula 1. Lo farà in questa stagione, motivo per cui il nome ufficiale del progetto 671 è SF1000. La monoposto di Leclerc e Vettel è la numero 66 per il Cavallino in un Mondiale di Formula 1.
La vettura per la stagione 2020 rappresenta un’evoluzione della SF90 del 2019. La power unit 065, un V6 da 1600 centimetri cubi promette una maggiore efficienza nel processo di combustione del motore termico. Il motore occupa meno spazio, per effetto della razionalizzazione degli ingombri. Per agevolare questo risultato, è stato ridisegnato anche il sistema di recupero dell’energia. Il motore della Ferrari, con quattro valvole per cilindro e l’iniezione diretta da massimo 500 bar, può raggiungere i 15 mila giri.
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I tecnici e gli ingegneri di Maranello hanno inizialmente lavorato nel segno della continuità rispetto al 2019, anche se il team principal Mattia Binotto ha spiegato prima del GP d’Austria che è in corso un ripensamento dal punto di vista aerodinamico che coinvolge l’intera vettura.
La SF1000 scesa in pista nei test invernali è più stretta al posteriore per effetto dei citati diversi ingombri del motore della diversa geometria delle sospensioni. L’intenzione è di rendere la Ferrari più morbida in curva. Sono stati rivisti soprattutto gli attacchi con la presa d’aria dei freni.
Oltre alla carrozzeria rastremata, spicca la miniaturizzazione della scatola del cambio, a otto marce più la “retro”. Maranello promette che questa scelta non andrà a incidere negativamente sull’efficienza delle prestazioni.
I progettisti della Rossa hanno cercato di generare maggiore carico attraverso un disegno più marcato delle strutture su cui poggia l’ala anteriore. E di sfruttare ancor meglio i flussi d’aria diretti verso il posteriore. Per questo, differiscono rispetto alla SF90 le forme delle paratie, i cosiddetti bargeboard, che servono proprio a guidare l’aria e a non creare controproducenti vortici.
Il telaio è in materiale composito a nido d’ape in fibra di carbonio. I piloti agiscono sul cambio attraverso un controllo semiautomatico sequenziale a controllo elettronico. La Ferrari, infine, monta freni a disco Brembo autoventilanti. Al posteriore, poi, interviene anche un sistema di controllo elettronico che agisce sui freni. Il peso complessivo, considerando anche pilota, olio e acqua arriva a 745 chili.
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