Il circuito di Spielberg che ospita il Gran Premio d’Austria ha il non facile compito di dovere inaugurare la stagione di Formula 1 in uno dei momenti storici più difficili del circus, quello immediatamente successivo alla Pandemia.
La normalità, ammesso che durante un evento di Formula Uno si possa parlare di normalità, è lontanissima. Non c’è pubblico e la cosa in effetti fa una certa impressione: parcheggi completamente deserti, niente traffico e nessun curioso, neppure nei pressi del circuito, anche solo per sentire il rombo dei motori.
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Gran Premio Austria, non il solito GP
La gente, anche i fedelissimi della Formula 1, quelli che non rinuncerebbero mai a un evento dal vivo, hanno accolto, loro malgrado, l’invito delle istituzioni e fino a questo momento non si sono fatti vedere. Sono previste multe molto salate per chi decidesse di presentarsi al circuito di Spielberg per sbirciare prove, qualificazioni e Gran Premio. Controlli severissimi lungo tutto il perimetro del percorso nel timore che qualcuno passi oltre le reti e penetri all’interno della pista. Controlli a tappeto anche negli aeroporti e nelle stazioni anche se chi arriva al seguito del Gran Premio è stato ‘annunciato’ e avrà dunque una prassi di ingresso al paese controllata e monitorata ma comunque agevolata.
Le scuderie sono arrivate in Austria con largo anticipo. Alcune si sono installate al circuito della Red Bull già da una settimana. Per tutti il protocollo è rigidissimo. Test sierologico per qualsiasi persona che debba passare i varchi: se non si supera il test non si ottiene l’accredito. Anche con il test sierologico negativo tutte le persone che accedono alla pista vengono controllate individualmente con lo scanner per la temperatura corporea. Se la temperatura supera i 37,4 ° la persona viene bloccata e invitata a recarsi al posto medico del circuito che è stato allestito apposta per l’emergenza COVID ed essere sottoposta a ulteriori controlli e, eventualmente, alle cure del caso.
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Oltre 10mila test, quasi 300 addetti
La Eurofins Genomics, società specializzata in analisi di laboratorio ad ampio spettro e studio del DNA, è stata incaricata di eseguire tutti i controlli necessari sui test sierologici. A Spielberg ne sono arrivati ben 10mila. Più che sufficienti considerando che gli addetti ai lavori tra scuderie, meccanici, staff e autotrasportatori saranno almeno tremila. Il test serve a stabilire se chi arriva al circuito è negativo o negativizzato perché ha già avuto il coronavirus e ne è guarito. Solo che il test negativo o negativizzato può entrare.
Molti arrivano da paesi che prima della partenza per qualsiasi destinazione, obbligano a un ulteriore test. In questo caso il protocollo del Gran Premio d’Austria resta comunque rigidissimo. Anche se si ha con sé un test di negatività, che va sempre esibito a qualsiasi controllo o richiesta, deve essere non più vecchio di quattro giorni in caso contrario va rifatto.
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Protocolli rigidissimi e senza eccezioni
La Eurofins Genomics anche allestito 20 punti di controllo intorno al circuito non soltanto nei pressi di box e paddock ma anche presso tutti gli ingressi secondari. La FIA, dal canto suo, ha triplicato il personale di sicurezza e di controllo. Un grande sforzo considerando che di fatto non c’è pubblico e che le uniche persone da controllare sono quelle che lavorano all’interno delle varie scuderie. Nei primi giorni con l’arrivo alla spicciolata di tutti gli addetti ai lavori tutto si è svolto regolarmente.
Siegfried Schnabl, responsabile della Eurofins Genomics dice: “Abbiamo trovato grande collaborazione e soprattutto abbiamo riscontrato che tutte le persone erano estremamente informate sulle prassi da seguire. Noi, da parte nostra, abbiamo cercato di fare le cose nel modo più rapido e semplice. Abbiamo una serie di laboratori che ci consentono di verificare i test sierologici entro al massimo 24 ore. Ogni persona che viene testata, e che risulta ammessa al circuito, viene accompagnata da un codice a barre che ha una validità di quattro giorni scaduti i quali bisogna eseguire un nuovo controllo. In tutto stiamo lavorando con una cinquantina di persone specializzate, per ora nessun problema”.
La grande preoccupazione, tuttavia, riguarda l’eventualità che possa essere riscontrata anche una sola positività tra le 3000 persone che fino a domenica lavoreranno al circuito di Spielberg. Eventualità che la FIA ha già preso in considerazione. Se questo dovesse accadere si analizzerà la gravità del caso. Il protocollo prevede che il campionato di Formula 1, in caso della presenza di ulteriori focolai, possa addirittura essere nuovamente sospeso punto. Ma è una eventualità cui la FIA o la Liberty Media non vogliono nemmeno immaginare.