In alcune regioni è stato abolito il distanziamento in treno, circostanza che ha scatenato il caos durante il fine settimana, soprattutto per gli spostamenti tra Piemonte e Liguria.
Con il picco dell’emergenza alle spalle, l’Italia riparte. I numeri dell’epidemia da coronavirus non si sono ancora azzerati e, temendo una possibile seconda ondata, gli esperti e le istituzioni raccomandano prudenza, ma soprattutto il rispetto delle norme di prevenzione, come il distanziamento. Quest’ultimo è stato oggetto di dibattito durante lo scorso fine settimana in riferimento agli spostamenti, nello specifico sui treni e autobus. Alcune regioni hanno abolito la misura dei posti alternati sui convogli e sui mezzi di trasporto suscitando non poche polemiche, soprattutto perché alcune di esse sono tra le più colpite dal virus. Ma non solo, le diverse disposizioni tra regioni confinanti ha creato alcune problematiche anche di carattere logistico.
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Distanziamento in treno abolito in alcune regioni: caos nel fine settimana
Caos tra le regioni del Nord Italia per quanto riguarda gli spostamenti in treno durante lo scorso fine settimana. In Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia è stato abolito il distanziamento sui bus e sui treni, ossia la norma che prevedeva l’assegnazione di posti alternati sui convogli. Stessa decisione annunciata dalle province di Trento e Bolzano e dal governatore della Puglia firmatario di un’ordinanza che, però, entrerà in vigore dal 1° luglio. Rimasta invariata, invece, per i passeggeri e per il personale a bordo l’obbligo di indossare la mascherina e l’indicazione di igienizzare correttamente le mani.
L’abolizione del distanziamento ha scatenato le polemiche, considerato anche il fatto che Emilia Romagna e Liguria sono tra le zone più colpite dall’epidemia. A questo si aggiunge che, ogni qualvolta il convoglio ha varcato la soglia di altre regioni, la disposizione dei passeggeri è stata dovuta riadeguare rispettando il distanziamento. Come accaduto per i viaggi tra Piemonte e Liguria nei giorni scorsi.
Il tutto ha portato alle proteste dei viaggiatori, ma non solo. Anche i governatori delle regioni in questione hanno chiesto un allineamento nazionale delle norme per evitare confusione. Tra questi il presidente del Piemonte Alberto Cirio che si è posto un quesito: se fosse mai possibile che un treno, a pieno carico, in partenza dalla Liguria debba essere dimezzato quando varca i confini del Piemonte.
L’obbiettivo, dunque, come precedentemente sottolineato, è quello di arrivare ad una norma che si estenda su tutto il territorio nazionale. Il timore, però, rimane alto soprattutto dopo le testimonianze di alcuni passeggeri che hanno deciso di fare una gita fuori porta nel weekend. In molti in viaggio tra Liguria e Piemonte hanno parlato di assembramenti, persone senza mascherina e ritardi significativi.
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