Fuori Giri

Steve Jobs e lo yacht Venus: il sogno extralusso che non vide mai

Chi ha raccontato l’incredibile vita di Steve Jobs dice che quasi tutte le realizzazioni del genio della Apple erano diventate una vera e propria forma di ossessione.

Il Venus, lo yacht disegnato personalmente da Steve Jobs

Steve Jobs era continuamente alla ricerca della perfezione al punto da rallentare alcuni prodotti mettendo a rischio gli investimenti. Il “Venus” rappresenta questa tormentata visione perfezionistica di Jobs.

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Steve Jobs, l’ossessione della perfezione

Lo avrebbe disegnato personalmente dopo una notte insonne mentre stava progettando il suo primo iPod. Il fondatore della Apple, grande appassionato di yacht, voleva fare un regalo speciale a sua moglie e ai suoi figli. Un posto dove potesse ritirarsi con la sua famiglia senza essere inseguito dal lavoro. Isolandosi, e dedicandosi completamente a tre figli che dopo la realizzazione della Apple “aveva visto crescere troppo poco e in modo discontinuo”, per sua stessa ammissione.

Paradossalmente quello che doveva essere uno dei suoi capolavori in fatto di design, creatività e stile è stata anche la sua grande opera incompiuta. Perché il fondatore della Apple morì prima che il suo yacht fosse consegnato. Il “Venus”, secondo Jobs doveva essere la quintessenza della sicurezza e dell’eleganza. Innamorato dei panfili anni ’20, il genio della Apple aveva presentato una serie di bozzetti disegnati personalmente e affidati poi ai designer del nuovo MacBook a Philippe Starck, architetto francese specializzato nella realizzazione di barche di lusso. Quando Starck vide i primi disegni del “Venus” rimase a bocca aperta: “É splendido ma ti costerà una fortuna” gli disse il designer. E stando a quanto viene riportato dallo stesso Starck la risposta di Jobs fu “mai come in questo caso non bado a spese”.

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Alluminio, cristallo temperato e tecnologie

Lungo 80 metri, lo yacht era stato progettato con uno scafo esterno in lega di carbonio e alluminio con la prua metallizzata e luminescente, molto simile al materiale con cui erano stati realizzati i computer e i primi iPod della Apple. Grandi vetrate in cristallo temperato: Jobs scelse personalmente le stesse identiche vetrate che oggi si vedono in un qualunque Apple Store. Quaranta metri di cristalli alti dieci metri su entrambe le sponde della barca. Un colpo d’occhio impressionante. Dentro spazi enormi, sei sole cabine. Ma gigantesche. Jobs aveva pensato il “Venus” per sé: non doveva essere una barca di rappresentanza. Non voleva né soci né amici a bordo. Solo lui e la sua famiglia.

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Sette anni di lavori continui

All’interno legno chiaro, tessuti candidi e molta tecnologia. Da ogni cabina era possibile collegarsi con qualsiasi interfaccia di comando della nave per gestire qualunque aspetto: la temperatura dell’acqua per la doccia, la cucina a induzione, il flusso di aria fresca negli ambienti climatizzati. Una poppa attrezzata come se fosse un pontile per scendere in mare in sicurezza con ski jet, canoa, kayak, surf e paddle. Un ponte di comando sofisticatissimo con un impianto di comunicazione costoso e straordinariamente versatile. Ovviamente tutto a bordo era stato configurato per una gestione via app e MacBook. I cantieri olandesi Koninklijke De Vries impiegarono oltre sette anni per dare vita alla barca dei sogni di Steve Jobs che, come spesso gli capitava con i prodotti della Apple, cambiava idea e a ogni telefonata chiedeva un restyling. Alla fine l’investimento fu di quasi 100 milioni di euro.

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La testimonianza del sogno di Jobs

Quando il “Venus” venne consegnato alla vedova di Jobs, Laurene Powell, e ai loro tre figli, non era chiaro quale sarebbe stato il suo destino. Ma alla fine la signora Jobs ha reso il “Venus” un vero e proprio testimonial di quella che era la visione del marito ripetendo quello che era il claim che lo aveva reso famoso… “stay foolish, stay hungry”. Laurene Jobs è molto legata al “Venus”: “Mio marito parlava spessissimo della barca, chiamava il cantiere quasi tutte le settimane, si faceva mandare di continuo foto e progetti che ritoccava continuamente. Sapeva che non sarebbe riuscito a vederla completata ma diceva che il suo compito era fare di tutto perché ogni cosa che aveva iniziato venisse portata a termine. E questo valeva per il nuovo iPhone, per i processori Mac, per la Apple Car e anche per il “Venus”. Mi sono stati offerti moltissimi soldi, ma non voglio venderla. Il “Venus” è una testimonianza di quella che era la visione di mio marito e deve navigare”

Starck considera questo yacht il suo capolavoro: “Ogni mese dovevo presentarmi a casa di Steve con un dettaglio di tutti i lavori, ed è stato così per sette anni, fino al mese precedente alla sua scomparsa” racconta il progettista. Il minimalismo estestico di Starck si sposa con le linee antiche volute da Jobs e l’estrema modernità di tecnologie e materiali. Una barca inconfondibile, sicuramente unica al mondo.

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Le ultime volontà di Steve Jobs

Laurene Powell Jobs e i tre figli Reed, Erin ed Eve, trascorrono sul “Venus” non meno di due settimane ogni sei mesi. Principalmente un Europa e ai Caraibi. Il Venus lo scorso anno ha attraversato tutto il Mediterraneo toccando diversi porti italiani: Steve Jobs fu ucciso dal cancro a soli 56 anni il 5 ottobre 2011.

Tra le ultime volontà di Steve Jobs compare anche lo yacht che non vide mai completato: ogni progettista e ogni operaio che aveva lavorato al cantiere al momento della consegna doveva ricevere una gratifica in denaro e un iPad originale, numerato e serigrafato con la scritta “Venus” e la firma di Jobs, incisa sul metallo, identico a quello dello scafo. Ma uno dei capitoli del testamento meno conosciuti riguarda Lisa, la prima figlia che Jobs ebbe giovanissimo e che per un lungo periodo il genio decise di non riconoscere. Inizialmente l’aveva addirittura esclusa dal suo patrimonio – stando ai biografi – per un dispetto nei confronti della madre, Chrisann Brenna, con cui aveva avuto una breve relazione. Ci vollero anni perché Jobs riallacciasse i suoi rapporti con Lisa. Solo poco prima di motire il fondatore della Apple ammise che Lisa – cui aveva dedicato il suo primo computer – era una parte inscindibile della sua vita. Stando a voci – mai confermate dalla vedova – Lisa avrebbe diritto di trascorrere a vita una vacanza all’anno sul “Venus” con la famiglia e chiunque desideri.

 

Stefano Benzi

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