Flavio Briatore attacca il Governo, Calenda lo difende: lo scontro. Il manager è tornato ad esprimere il suo dissenso sull’operato dell’esecutivo di Conte e ha suscitato la risposta del leader di Azione
Ancora una volta Flavio Briatore si è reso protagonista di un duro attacco all’attuale Governo in tema di manovre economiche e di decisioni che rischiano di condizionare la nostra situazione futura. Dall’altro lato, però, come avvenuto a novembre, si schiera Carlo Calenda. Il leader di Azione non accetta le accuse rivolte al passato, a quando cioè guidava il dicastero dell’economia sotto il Governo Renzi. Il tutto nasce questa volta dall’intervista rilasciata dal manager piemontese al quotidiano “La Verità“. Briatore ha definito gli Stati Generali, appena conclusi nelle scorse ore, una specie di Festival di Sanremo o un reality show tipo Grande Fratello. L’unica differenza è che al posto di Amadeus o Barbara D’Urso c’era Conte a condurre il programma.
Poi l’affondo diretto ai 5 Stelle e alle loro decisioni per la ripresa del Paese: “Il loro obiettivo non è fare funzionare l’economia, ma rimanere al potere: anche a costo di far cadere l’Italia a picco”.
A questo aggiunge una battuta provocatoria legata al famoso Bonus Vacanze: “Glielo pagherei io di tasca mia per mandarli in ferie non facendo nulla. Sarebbe meglio per tutti noi perchè quando si muovono fanno solo danni, meglio lasciarli inoperosi”.
“Vogliono ripartire dal green ma qui di verde ci sono solo le tasche degli italiani”.
Secondo l’ex team principal di Formula 1 ritiene l’attuale esecutivo il peggiore che il Bel Paese abbia mai avuto. Qualcuno però si sente tirato in ballo da queste dichiarazioni e ha deciso di rispondere. Carlo Calenda, ministro dell’Economia con Renzi e Gentiloni, non accetta nessun addebito di responsabilità per quanto sta succedendo. La sua risposta è chiara ed è affidata ad un Video condiviso su Facebook.
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Il leader di Azione ha parlato di diversi argomenti nel suo post social, dai problemi di Alitalia all’ingresso di Arcelor Mittal nell’ex Ilva. E poi ha definito Briatore il “Trump de noantri” prima di invitarlo a pedalare, anzi vista la sua passione a navigare.
Ma la polemica non si è limitata a loro due, visto che poco dopo è scesa in campo anche Giorgia Meloni. La fondatrice di Fratelli d’Italia ha rincarato la dose nei confronti dell’esecutivo, tirando in ballo anche Calenda per un’intervista rilasciata nei giorni scorsi a Lucia Annunziata.
“Ieri ho letto qualcuno della sinistra definire i nostri voti come frutto di chiacchiere da bar. Dico che è tipico della loro arroganza questo atteggiamento di disprezzo per la gente comune. Ci hanno detto che alle nostre manifestazioni venivano solo parrucchieri e che eravamo ridicoli perché stavamo nelle periferie”.
Ovviamente Calenda non si è potuto esimere da una risposta sempre sui social: “Non buttarla in tribuna Giorgia Meloni. La vera arroganza è quella di pensare di poter guadagnare 15.000 euro al mese ma di non essere tenuta a fare proposte realizzabili, mentre ti riempi la bocca della parola popolo”.
Più di qualcuno su Facebook ha deciso di prendere le parti della Meloni aggiungendo nei commenti: “Beh… i suoi ex amici Pd, con cui è stato eletto, con lo stesso stipendio di 15.000 euro al mese e con in più la responsabilità di governo non mi pare che brillino in quanto a propositività. Considero il suo come il richiamo della foresta (piddina)”.
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