Mentre il fuoriclasse tedesco prosegue la sua interminabile battaglia per tornare alla vita dopo il drammatico incidente del 2013, di lui parlano amici, colleghi, collaboratori.
Una delle persone che meglio conosce l’asso di Ferrari e Mercedes è Willi Weber, suo manager e amico personale per diversi anni.
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Willi Weber ha condiviso molti anni di lavoro e moltissime decisioni di grande importanza che riguardarono la carriera sportiva e quella pubblica di Michael Schumacher. Quando il pilota nel 2006 annunciò che avrebbe concluso la sua esperienza con la Ferrari, tutti pensavano che la sua carriera in Formula 1 fosse finita. E invece nel 2010 decise di tornare in gara, con la Mercedes. Una decisione sulla quale Weber non era per nulla d’accordo: “Conosco troppo bene Michael e gli voglio troppo bene per non dire quello che pensavo e che quella è stata la cosa più stupida che potesse fare. È una cosa che si pensa solo con il senno di poi e che dico con il massimo rispetto che posso provare per Schumi. Ma è un dato di fatto”.
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Weber provò anche a far cambiare idea al pilota: “I dati dicono che alla Mercedes Schumacher restò per tre stagioni senza mai riuscire a restare davanti al suo compagno di squadra, Nico Rosberg. Mi disse che era annoiato, che la pista gli mancava e che voleva tornare in gara. Gli risposi che era una partita persa in partenza e che avrebbe potuto solo perdere perché aveva lasciato quando era sul piedistallo più alto. Gli dissi… ‘stai facendo un errore’. Ma non ha risposto”.
In quel momento qualcosa tra Schumacher e Weber, che ha concesso questa intervista a Motorsport-Total.com, si è rotto: “Gli ho augurato il meglio per la sua vita e la sua carriera, sapevamo entrambi che la nostra collaborazione sarebbe finita così e che ci saremmo salutati come amici. La mia vita era cambiata e dopo tre anni di pace non volevo tornare a viaggiare tra circuiti, prove, test ed eventi per tutto l’anno. Ci lasciammo da amici e siamo ancora grandissimi amici. Ma non lavorammo più insieme”.
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Schumacher chiuse alla Mercedes con un solo podio in tre anni, a Valencia: “Ci siamo visti, sentiti e frequentati molto spesso. Quello che gli è accaduto è una tragedia che un uomo come Schumi non avrebbe mai meritato. Ma Michael è un uomo tosto, anche se quella volta decise di fare una sciocchezza. Cosa che non ha mai ammesso. D’altronde è un mito: e i miti non ammettono errori e non chiedono scusa”.
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