Uber punta a crescere sempre di più in Italia mettendo a disposizione diversi mezzi di trasporto e coprendo un numero maggiore di città.
La fase più difficile conseguente all’epidemia da Coronavirus sembra essere almeno per ora alle spalle e si sta ora provando a ripartire, non senza qualche fatica, dopo la fase di lockdown. Questa fase resta comunque ancora difficile per diverse aziende, che sono alle prese non solo con il calo del fatturato registrato in quel periodo, ma anche con il minore potere di acquisto di molti cittadini. Uber non ha però intenzione di fermarsi e sta anzi predisponendo un piano di crescita che coinvolgerà il nostro Paese per mettere in evidenza come la sharing mobility possa essere una soluzione da prendere in considerazione anche per i più scettici.
Gli obiettivi, come da tradizione per l’azienda, sono davvero ambiziosi. Il desiderio della società, come ha messo in evidenza il general manager per l’Italia Lorenzo Pireddu in occasione della sua presenza Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility a Roma, è quello di coprire un numero maggiore di città rispetto a quanto fatto finora, ma anche di farlo con differenti mezzi di trasporto. Essere flessibili può essere infatti la strada migliore se si punta a catturare nuove quote di mercato.
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Poter scegliere tra differenti mezzi di trasporto potrebbe consentire a ogni utente di valutare quello che sia più adatto per giungere a destinazione quando sta progettando un viaggio. Per farlo si punta a mettere a disposizione un’unica piattaforma, dover compiere la propria scelta. E tra le opzioni a disposizione ci sarà anche la bici elettrica, che sta registrando un numero di preferenze sempre più ampio in questa fase di post lockdown. Prima di dare il via libera definitivo, sarà messa in atto una fase di test a Roma; se non ci saranno intoppi, il servizio sarà ovviamente esteso anche ad altre zone della nostra Penisola.
Arrivare a fornire un numero maggiore di città potrebbe essere invece più complesso, visto che non ci si dovrebbe limitare solo alle metropoli più importanti ma anche a quelle città dalle dimensioni più ridotte che non sono del tutto fornite da mezzi pubblici e treni. Nella prima fase ci si concentrerà su realtà più popolose come Milano, Torino e Roma, ma è già previsto anche lo sbarco a Napoli con Uber Taxi (il servizio collaudato a Torino, mentre a Milano e Roma c’è Uber Black). Altri piani non sono stati per ora preannunciati, ma sembra probabile che non possano restare escluse dal piano Genova, Bologna, Firenze, Palermo e Bari.
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