A sorpresa, l’edizione 2021 del Salone di Ginevra, saltato quest’anno a causa del Coronavirus, potrebbe non tenersi. Sono diversi i problemi da risolvere per gli organizzatori.
Il settore automobilistico è certamente uno di quelli più provati da questa fase di post lockdown, dove si deve far fronte con un calo deciso degli ordini legati inevitabilmente al minore potere d’acquisto che coinvolge molti cittadini. Le case sono così chiamate a rendersi protagoniste di una nuova sfida, se non vorranno soccombere in modo pesante, anche se per molte diventa inevitabile mettere in atto una drastica politica di tagli. A sorpresa, questa potrebbe riguardare anche uno degli eventi storici come il Salone di Ginevra, che quest’anno non si è tenuto come da programma a causa delle misure restrittive in vigore.
Essere presente a un evento così importante per molti è quasi un obbligo, non solo per le aziende che ne approfittano per mostrare le loro novità in una vetrina di portata internazionale, ma anche per gli appassionati che vogliono avere un’idea più precisa di quello che ci attende. Sono in tanti inoltre a voler vedere da vicino anche modelli non accessibile a tutte le tasche, ma caratterizzati da importanti innovazioni.
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Nessuna mossa può essere esclusa per il futuro, ma occorre agire in tempi rapidi. A lanciare l’allarme è Sandro Mesquita, direttore della rassegna: si prospetterebbe addirittura un possibile fallimento della manifestazione se non verrà trovata una soluzione entro il mese di settembre. Pensare di realizzare l’edizione 2021 con l’appoggio delle istituzioni cantonali in cambio di un prestito di 16,9 milioni di euro non sembra infatti essere un’idea percorribile.
In un’intervista realizzata alla Tribune de Geneve, il direttore ha fatto sapere di avere provato a chiedere aiuto al governo attraverso il comitato organizzatore, ma ogni proposta al momento è rimasta inascoltata. Il prossimo 22 giugno il Consiglio di Fondazione del Salone ha organizzato un vertice proprio per fare il punto della situazione e capire quali possano essere i possibili scenari. Il Gran Consiglio ginevrino si era detto disponibile a un prestito di 16,8 milioni di franchi, rimborsabile entro la fine del 2037 per sostenere le spese che si sarebbero dovute sostenere per l’edizione 2020, poi annullata, oltre che per quella del 2021. Per poter ottenere il sostegno era però necessario che venissero rispettati alcune condizioni, ma la proposta è stata poi respinta. La contrarietà riguardava in modo particolare il subappalto della manifestazione a Palexpo SA, la società che gestisce la fiera di Ginevra e che ospita l’evento.
A gettare ulteriori ombre sulla prossima edizione c’è poi il comportamento delle aziende. Più della metà sembra essere intenzionata a non presenziare nella primavera 2021. Non si possono inoltre non tenere conto le misure restrittive in vigore, che possono essere un freno anche per la stampa.
Come si può salvare la situazione? L’ideale sarebbe poter contare su un gruppo di investitori solido pronti a puntare sul Salone con la consapevolezza dell’importante ritorno economico che potrebbe ottenere. Ma al momento sembra difficile poter riuscire in un’impresa che per qualcuno potrebbe sembrare quasi un azzardo.
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