La Redox ha progettato droni e sensori termici per scovare la Xylella in breve tempo e salvaguardare gli ulivi da possibili infezioni
Droni e sensori termici per trovare la Xylella in breve tempo prima che gli effetti sugli ulivi siano visibili. Questo è il progetto della Redox che è stato presentato dal Distretto tecnologico aerospaziale e finanziato dal ministero dello Sviluppo economico. Insieme alla Dta hanno lavorato al progetto anche Enav, Cnr e Planetek che commercializzerà il prodotto. La base operativa del progetto è l’aeroporto di Grottaglie (Taranto).
La Xylella è un agente patogeno dannoso per gli ulivi che causa la bruciatura delle foglie e si trasmette di albero in albero grazie ad insetti vettori come le cicaline. Inizialmente diffusa in America, è arrivata in Italia a causa di una pianta già infetta.
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Xylella, come funzioneranno i droni ed i sensori
Il presidente del Dta, Giuseppe Acierno, ha spiegato il progetto ai microfoni de La Repubblica. “Vogliamo realizzare questo sistema per identificare precocemente i nuovi focolai. L’obiettivo sarà quello di migliorare l’efficacia delle azioni di contenimento e di monitoraggio delle piante infette”. I droni acquisiranno, come spiega Acierno, dati rilevati grazie a dei sensori termici e poi effettueranno processi di trasmissione, archiviazione, elaborazione e condivisione degli stessi. La tecnologia avanzata riesce a captare i sintomi di Xylella negli ulivi prima che siano visibili all’occhio nudo. Inoltre “l’uso di sensori iper spettrali e di camere termiche messi a disposizione dal Cnr permetterà un monitoraggio continuo di aree estese equivalenti ad un’intera regione”.
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