Si registra un incremento delle persone che hanno superato lo scetticismo nei confronti dei monopattini grazie agli incentivi, ma la sicurezza degli utilizzatori potrebbe essere a rischio.
Il Bonus Mobilità recentemente lanciato dal governo che consente di usufruire di incentivi per l’acquisto dei monopattini ha certamente favorito la diffusione sul territorio di questi mezzi anche da parte di chi era dubbioso. L’incidente che si è veriifcato pochi giorni fa a Budrio, alle porte di Bologna, dove è morto chi stava utilizzando il mezzo ha però, inevitabilmente, messo in luce come sia importante soppesare tutti i pro e i contro quando si decide di sfruttarlo per i propri spostamenti.
L’incidente ha avuro infatti caratteristiche simili a molti altri impatti che avvengono sulle nostre strade (a utilizzare il monopattino era un 60enne finito contro un auto), ma la caduta ha fatto sì che l’uomo picchiasse rovinosamente la testa fino ad arrivare al decesso poche ore dopo. L’accaduto avrà risvolti anche sul piano legale: il guidatore è finito sotto inchiesta per omicidio stradale, ma potrebbe avere alla fine ragione; in quel tratto di strada extraurbana, non sarebbe stata consentita la presenza di un monopattino.
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Solitamente chi decide di provare le potenzialità di un monopattino ha poca esperienza alle spalle e questo potrebbe quindi rendere difficile riuscire ad arginare con prontezza di riflessi eventuali situazioni pericolose. In genere, infatti, si finisce per circolare a una velocità che si aggira intorno ai 25-30 km/h, valore considerato troppo basso per stare al passo di auto e moto, ma anche troppo alto per potersi muovere su un marciapiede come normalmente fanno i pedoni.
Il dubbio quindi che chi ha deciso di promuovere questo mezzo per la nostra quotidianità non abbia soppesato bene tutti i pro e i contro è inevitabilmente forte. È bastata infatti una piccola disattenzione per arrivare a una conseguenza tragica. Ma potrebbe accadere la stessa cosa per molto meno, quale ad esempio una buca presente sull’asfalto in cui finiscono per bloccarsi le ruote. Quasi senza accorgersi potrebbe quindi accadere di “ribaltarsi” con effetti da non sottovalutare. Non è finita qui: il casco non risulterebbe obbligatorio (solo per la fascia 14-18 anni) e, pur essendo una precauzione utilissima, si potrebbe essere bloccati dall’indossarlo perché si potrebbe dare l’impressione di avere paura.
Tutto questo mette in evidenza anche un vuoto normativo da non sottovalutare. È infatti quanto mai necessario che ci siano regole chiare e valide per tutti in modo tale che non sorgano equivoci.
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