Guida senza patente o con il documento scaduto: in caso di incidente, senza colpa, si ha diritto al risarcimento del danno? La legge sul punto è chiara.
A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di dimenticare la patente a casa e mettersi alla guida del proprio veicolo. Una probabilità su un milione per i più attenti, una costante per i più distratti. Così come può essere capitato di accorgersi, ormai troppo tardi, che il documento di guida andava rinnovato.
Entrambe circostanze alle quali, ovviamente, è possibile porre rimedio. Nulla di così catastrofico. Eppure però potrebbe capitare che prima di riparare all’errore commesso, mentre si è a bordo del proprio veicolo, si venga coinvolti in un incidente. Un sinistro del quale, però, non si ha alcuna colpa. In questi casi, è dovuto o no il risarcimento? Il fatto di non avere la patente o che questa sia scaduta, incide diritto ad ottenere un ristoro del danno patito?
La Corte di Cassazione, con una recente pronuncia, si è espressa chiaramente sul punto.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Guida senza patente: i casi e le relative conseguenze
Incidente con patente scaduta o dimenticata: spetta in assenza di colpa il risarcimento del danno?
Come spesso accade per dirimere questioni altamente spinose, pur in presenza di norme di legge chiare, interviene la Corte di Cassazione. Nel caso di specie, i giudici della Suprema Corte, con la sentenza numero 9674/20 si sono espressi in merito alla possibilità o meno che un automobilista possa ricevere, in assenza di colpa, il risarcimento del danno patito a seguito di un incidente pur avendo dimenticato la patente o avendo quest’ultima scaduta.
Prima di conoscere la risposta al quesito, è necessaria una precisazione. Circolare senza patente o con quest’ultima scaduta costituisce una violazione del Codice della Strada, punita pertanto con una sanzione amministrativa.
In caso di guida senza patente, perché dimenticata nella propria abitazione, si parla di una multa di 42 euro che se corrisposta nei 5 giorni seguenti, subirà una riduzione del 30%. Nei 30 giorni seguenti alla notifica del verbale il conducente multato sarà invitato a recarsi presso le stazioni degli organi accertatori per esibire il documento: qualora non lo faccia, gli verrà comminata una seconda multa che va dai 431 sino ai 1.734 euro.
Mettersi alla guida, invece, con patente scaduta prevede una multa di base molto più elevata rispetto alla prima ipotesi. Ed infatti, l’ammenda può variare dai 160 ai 644 euro, con ritiro del documento di guida. Dal momento dell’accertamento il soggetto multato avrà a sua disposizione 10 giorni di tempo per sottoporsi a visita medica ed esibire il relativo certificato per il riottenimento della patente.
Ciò premesso, è evidente che in entrambi i casi, come già precisato si parla di sanzioni di carattere amministrativo. Proprio la loro natura le distingue nettamente da quello che è, invece, il risarcimento. Un istituto proprio del diritto civile che tutela un soggetto a cui ingiustamente è stato arrecato un danno. Nette e distinte, dunque, le due sfere tutelate che non subiscono ingerenze reciproche.
Il danneggiato avrà, infatti, sempre diritto a ricevere un ristoro. Unica condizione è, però, che non sia stato egli stesso a causare il sinistro o che non abbia neppure in minima parte contribuito al suo verificarsi. Qualora un giudice dovesse accertare che la condotta dell’automobilista ha fornito un apporto causale alla vicenda, allora respingerà la sua domanda.
Diversamente, e sul punto la Cassazione è chiara: il diritto vantato da chi non ha commesso alcuna negligenza ne ha avuto un atteggiamento tale che potesse causare il sinistro ha tutte le ragioni dalla sua parte per pretendere un risarcimento.
Pertanto, in conclusione, che non si abbia nell’immediatezza del sinistro la disponibilità della patente o che quest’ultima al momento dell’incidente non risulti rinnovata, poco importa. Se il conducente del veicolo non ha colpa nella causazione del sinistro, avrà sempre diritto ad essere risarcito.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Parcheggiare l’auto in doppia fila può essere reato: cosa dice la legge