Lufthansa è reduce da un salvataggio pubblico ottenuto dal governo tedesco per l’emergenza Coronavirus che deve essere restituito. Migliaia di lavoratori rischiano così il posto.
Ripartire, dopo il lungo e difficile periodo del lockdown, appare tutt’altro che semplice. E sono moltissimi i settori a farne le spese, non solo per i mancati guadagni arrivati nel periodo in cui non era possibile spostarsi se non per motivi di estrema necessità, ma anche per la cautela che molti mantengono ancora nel proprio modo di agire quotidiano. A farne le spese sono anche le compagnie aeree, alle prese con un importante calo della domanda.
Tra queste c’è anche Lufthansa, alle prese con un importante piano di ristrutturazione che si rivelerà più pesante rispetto a quanto decso in un primo momento. Inizialmente, infatti, si era parlato di una riduzione del personale che avrebbe riguardato ben 10 mila persone (numeri già di per sè davvero allarmanti), ma l’analisi della situazione che ne è seguita ha reso necessario agire in maniera ancora più incisiva. I vertici della compagnia aerea hanno comunque voluto operare in modo trasparente e ne hanno parlato con le rappresentative sindacali: sono 26mila i dipendenti in eccesso – 22mila posizioni a tempo pieno – rispetto alle attuali necessità.
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Già la scorsa settimana l’azienda aveva messo in evidenza come la situazione attuale non fosse da sottovalutare, ma il quadro attuale spingerà a compiere sacrifici ancora più importanti. La compagnia aerea ha infatti la necessità di rimborsare il salvataggio pubblico da 9 miliardi ottenuto dal Governo tedesco per far fronte alla crisi scatenata dall’emergenza Coronavirus. Questo impone quindi di agire in tempi rapidi, anche se questo comporterà inevitabilmente problemi a molte famiglie.
Non è stato comunque ancora deciso in quale modo si agirà per la restituzione dell’indennizzo, ma al momento sembra che si possa propendere per un impiego a tempo parziale. Di questo aspetto se ne parlerà in occasione della prossima assemblea con i sindacati, prevista per il 25 giugno.
I piloti sembrano comunque pronti a dare una mano tangibile alla società e sarebbero disposti a tagli allo stipendio fino al 45% – 350 milioni di euro. Anche gli assistenti di volo non disdegnerebbero una collaborazione con l’azienda se questo dovesse davvero servire a salvare posti di lavoro.
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