L’accordo tra Valentino Rossi e la Petronas deve ancora essere perfezionato, ma Fabio Quartararo, che lo sostituirà in Yamaha, è convinto che il “Dottore” potrà trovarsi bene.
Non c’è ancora l’ufficialità, ma Valentino Rossi sembra essere deciso a proseguire la sua carriera anche nella prossima stagione. Il contratto che lega il pesarese alla Yamaha è in scadenza, ma lui non aveva nascosto di essere intenzionato a proseguire se avesse avuto la garanzia di poter essere competitivo e di non avere solamente un ruolo di secondo piano. Le risposte che il numero 46 attendeva non potranno arrivare dalla pista (la stagione non è ancora partita), ma la voglia e la determinazione non gli mancano e l’accordo con la Petronas, la scuderia satellite, sembra essere ormai sempre più vicino.
Non manca chi appare scettico per questa possibilità: uno come il “Dottore”, che vanta nove titoli in carriera, meriterebbe infatti ben altro scenario secondo alcuni e non certamente una realtà che non potrà competere per le prime posizioni. Il centauro al momento non si è sbilanciato, ma a rassicurarlo, paradossalmente, è proprio chi prenderà il suo posto alla Yamaha: Fabio Quartararo.
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Valentino non dovrebbe considerare il passaggio alla Petronas come un downgrade. Le similitudini tra la Yamaha e la sua scuderia satellite non mancano. Il pilota di Tavullia potrà quindi certamente trovarsi a suo agio. Non mancherà inoltre la possibilità di mettere in difficoltà chi sulla carta parte da favorito. Lo dimostrano proprio i nomi dell’ “erede di Rossi”. Alla sua prima stagione in MotoGP e con una YZR-M1 decisamente inferiore dal punto di vista tecnico ha ottenuto pole position, sette podi e una vittoria sfiorata per ben due volte, persa all’ultimo giro e contro un fuoriclasse del calibro di Marc Marquez.
Questo dovrebbe quindi fugare eventuali perplessità che potrebbero aleggiare nella mente di Vale. “La Petronas è come una famiglia – sono le parole del francese ad Autosport -. Nel nostro team non mancano professionalità e buone vibrazioni. Non ho avuto ancora la possibilità di misurarmi con una scuderia ufficiale, ma sono convinto che non ci siano grandi differenze rispetto all’esperienza che ho fatto finora. Chi corre in un team satellite non può non aspirare a battere i piloti ufficiali. Se ci riesci le motivazioni aumentano e non così difficile che questo possa accadere. Io ho sempre avuto l’obiettivo di dimostrare di essre vicino a loro, a volte anche meglio“.
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