Paura al San Camillo di Roma, dove venerdì mattina un 44enne ha danneggiato pesantemente i macchinari del Pronto Soccorso prima di essere arrestato
Venerdì mattina, un 44enne della Costa Rica (residente a Roma da diversi anni) è stato portato al Pronto Soccorso del San Camillo di Roma, intorno alle ore 6:30. Tutto nella norma, fino a quando l’uomo non ha perso il controllo e ha iniziato a danneggiare pesantemente la struttura ospedaliera. Prima ha preso di mira una porta a vetri del reparto, prendendola a pugni e utilizzando un estintore come “arma”.
Si è poi spostato sui macchinari circostanti, danneggiando quello della Tac e alcuni strumenti presenti nella stanza delle ecografie. Alla fine, non ci sono stati feriti: due infermiere sono riuscite a mettere in salvo i pazienti in reparto, nonostante il grande spavento. Un agente della vigilanza, giunto sul posto dopo la segnalazione, ha sparato un colpo in aria per placare l’ira dell’uomo. È servito però l’intervento dei Carabinieri per arrestarlo e portarlo nel carcere di Regina Coeli.
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Roma, 44enne devasta il San Camillo: l’accusa
Grazie all’intervento del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri, il 44enne della Costa Rica che ha devastato il Pronto Soccorso del San Camillo di Roma si trova ora nel carcere di Regina Coeli. Per ammanettarlo, è stato necessario l’uso dello spray al peperoncino. L’uomo è ora accusato di tentata rapina, danneggiamento, minaccia aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. Ferito l’agente della vigilanza che, per calmare le acque, aveva sparato un colpo di pistola in aria.
A mattinata inoltrata, l’Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) ha fatto un breve resoconto di quanto accaduto, a partire dai danni che ammonterebbero a centinaia di migliaia di euro. “I danni a locali, apparecchiature e vetrate della struttura sono ingenti” si legge nella nota: “Il tutto dopo dei semplici accertamenti radiologici“. Se non ci sono state aggressioni a pazienti e ad operatori sanitari, spiega l’Opi, il merito è del personale della struttura ospedaliera e della vigilanza, che hanno scongiurato il peggio sul nascere.
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