Niente a che vedere con la rock band, che ha assunto questo nome proprio come omaggio all’aereo spia americano, sostenendo fin dalla propria nascita di volere essere un “punto di osservazione”, l’U2 è uno degli aerei più curiosi e atipici nella storia del volo.
Se oggi si fa una ricerca online digitando la parola U2, ovviamente, compariranno centinaia di link che rimandano alla rock band irlandese. In realtà U2 è una sigla americana militare che sta per Utility Two. Vale a dire il secondo aereo nella gamma dei servizi di utilità tattica della US Air Force.
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L’U2 Era stato progettato a metà degli anni ‘50 , agli albori della guerra fredda, quando le forze armate americane si erano rese conto della necessità di un mezzo tattico che potesse studiare, lontano dalle rotte dei missili terra-aria, la disposizione dei potenziali nemici. Il primo U2, fabbricato dalla casa americana Lockheed, fu progettato con lo scopo di sorvegliare con attenzione Cuba dove erano in corso continue manovre di forze armate sovietiche. Fu questa, la grande preoccupazione che portò a un passo dal terzo conflitto mondiale, a decretare la necessità di un mezzo del genere. La possibilità che l’Unione Sovietica potesse realizzare a Cuba delle vere e proprie basi missilistiche per insidiare la costa orientale degli Stati Uniti.
I primi a fotografare tunnel, camion con carichi giganteschi molto sospetti e persino le prime rampe furono proprio gli U2 che era inizialmente stato ribattezzato The Dragon Lady. Secondo la tradizione celtica gli unici draghi che sputavano fiamme erano quelli maschi. Le Dragon Lady, le femmine, si limitavano a stare al di sopra dello stormo maschile per sorvegliare la situazione e dare suggerimenti tattici. Tutto molto romantico e accattivante ma l’U2, virgola di fatto, nei primi anni ‘60 quando la tecnologia digitale era molto lontana dalla realtà, era qualcosa di assolutamente avveniristico e straordinario.
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L’U2 era un aereo lento, leggero, con lunghe ali e un motore progettato per voli lunghi e costanti ma non spinti. Era instabile, difficile da governare e subiva terribilmente le correnti in quota. Il suo unico scopo era quello di salire quanto più in alto possibile alla massima altezza, stare lontano dai radar, evitare i caccia nemici e fotografare quanto più possibile degli obiettivi sulla terra ferma.
Il pilota era più preparato per la realizzazione di scatti e immagini che non per missioni di guerra. L’U2, proprio per non essere appesantito, era di fatto privo di qualsiasi strumento bellico: una mitraglietta leggera, giusto per far capire che si trattava comunque di un aereo militare. La console con la quale il pilota scattava le foto e innestava la telecamera, all’epoca si girava ancora in pellicola, era molto più completa e moderna rispetto al drive di guida.
Il progetto americano iniziale, in realtà, era quello di dotare il potentissimo F 104 con tutta una serie di dotazioni elettroniche per la video e foto ripresa ma i primi esperimenti furono fallimentari. L’aereo era sì velocissimo ma non era in grado di mettere correttamente a fuoco gli obiettivi proprio a causa della sua eccessiva velocità: l’ F 104 era e restava uno straordinario intercettore, ma non un aereo spia. Serviva qualcosa di specifico. Il primo presidente che affida alla Lockheed l’incarico di realizzare questo genere di aereo, studiato con la collaborazione con la CIA e i servizi segreti americani fu Dwight Eisenhower che ordinò venti aerei mezzi pagati oltre venticinque milioni di dollari tutti finanziati dall’agenzia.
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Il Dragon Lady diventò U2 perché era inserito nella gamma degli aerei U, utility, ed era il secondo. I primi esperimenti ebbero un successo eccellente e dopo i test eseguiti nel Nevada, non lontano da quella che oggi è conosciuta come l’Area 51, citata in numerosi film come il vaso di Pandora dei segreti americani, l’aereo fu immediatamente trasferito in una base segreta in Florida e da qui cominciò le sue missioni su Cuba.
Le prime immagini scattate dagli U2 scatenarono l’emergenza internazionale e la Crisi di Cuba mentre le navi sovietiche cercavano di forzare il blocco imposto dalla NATO per rifornire Cuba. Ufficialmente di generi alimentari ma, nella realtà, di armi e missili. L’estenuante trattativa mediata da diversi capi di Stato e in modo particolare da Papa Giovanni XXIII, portò a una clamorosa soluzione quando il mondo era ormai sull’orlo di un nuovo conflitto. Le navi sovietiche fecero marcia indietro e i due colossi deciso di attuare la prima smobilitazione militare della storia. Fu un fatto epocale.
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Di fatto tutti parlano dell’U2 come di un mezzo tattico più che militare la cui aneddotica è ricca soprattutto di eventi storici ma non tecnici. In realtà si tratta di uno degli aerei più problematici e difficili da pilotare mai realizzati. Non esiste un U2 uguale all’altro: la Lockheed aveva messo personalmente a disposizione dell’aeronautica americana i propri ingegneri perché ogni mezzo fosse realizzato con caratteristiche diverso dall’altro. Un assemblamento a mano, quasi artigianale che diversificava obiettivi e cineprese. Oggi i satelliti hanno superato questo genere di mezzo che ha anche dovuto affrontare seri momenti di crisi. Molti gli U2 abbattuti in circostanze sempre molto misteriose. Perché se da una parte l’aereo spiava, dall’altra il suo abbattimento avrebbe potuto provocare un conflitto. Di conseguenza per oltre trent’anni non si sono mai chiariti diversi episodi.
In Russia nel 1960 un U2 cadde in circostanze molto misteriose. Per lungo tempo si persero le tracce del suo pilota, il colonnello Gary Powell. Poi si seppe che Powell catturato, arrestato e processato venne liberato dopo diversi anni in uno scambio di agenti segreti tra le due superpotenze. Trentacinque anni dopo si è saputo che l’U2 non era stato abbattuto da un MIG ma era precipitato. A rivelarlo fu il pilota del Sukhoi dell’aeronautica russa che lo aveva affiancato. Bastò quello spostamento d’aria a sgretolare le sue ali e farlo cadere a terra.
A Cuba, nel 1962, in piena crisi internazionale un U2 viene abbattuto casualmente da un missile. Ma pare che avesse problemi e stesse precipitando da solo. Il suo pilota, il comandante Anderson, rimase ucciso. Fidel Castro lasciò i rottami dell’aereo nel bel mezzo dell’Havana per anni.
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Anche se non ha più gli scopi militare di sessant’anni fa, l’U2 esiste ancora: pur con altre denominazioni. Oggi ne esistono diversi modelli, anche privati, utilizzati soprattutto per lo studio climatico e meteorologico.
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