Lamborghini, le “follie” di Alex Choi: le sue personalizzazioni estreme [VIDEO]

Alex Choi negli Stati Uniti è molto popolare per la sua intensissima attività social ma soprattutto per la sua smodata passione per le auto sportive, Lamborghini in particolare. Una passione che non impedisce all’influencer per segnalarsi con esperimenti quanto meno azzardati…

Lamborghini Alex Choi
L’Unicorn V3 progettato dallo youtuber Alex Choi

Le immagini della sua Lamborghini ribattezzata “The Unicorn” che scorrazza per le strade di Los Angeles sono ormai abitudinarie per tutti gli appassionati di auto e per chi ha un minimo di confidenza con il gossip statunitense.

Lamborghini che follia

Alex Choi è un personaggio molto popolare negli USA che ha costruito un’autentica fortuna sui social network. Ha iniziato, giovanissimo, con You Tube realizzando tutta una serie di video molto particolari legati al mondo dell’auto-tuning e anche delle corse illegali. Personaggio non facile, molto borderline, considerato addirittura pericoloso da alcune delle autorità che sovrintendono al mondo del trasporto e dell’automobile, Alex Choi è sicuramente una voce che sa come farsi ascoltare.

Amatissimo dai giovani per la sua aggressività e la sua intraprendenza ha raccolto in poco tempo una piccola fortuna con oltre 600mila utenti iscritti al suo canale e i suoi video hanno una diffusione impressionante. La passione dell’influencer americano di origine coreana sono le auto sportivi, Lamborghini in particolare e più sono chiassose ed evidenti e meglio è.

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Lamborghini Alex Choi
Le due New Wrap elaborate da Alex Choi sulla Lamborghini Huracan

The Unicorn: “Un’auto per sopravvivere in città”

Se la Lamborghini camouflage di Lapo Elkan ci sembrava una follia, che dire della sua Lamborghini Huracan GT3 ispirata al mondo dei Manga? È folle, è evidente ed è estrema, proprio come lui: “Perché sono uno che non sa passare inosservato” risponde a chi gli chiede il motivo di scelte tanto estreme più che estrose.

Ancora più folle è The Unicorn, un’auto che Choi valuta intorno al mezzo milione di euro e che è stata elaborata sulla base di un suo disegno. Doveva essere una sorta di auto da rally ma Choi l’ha progettata con un enorme roll-bar esterno per proteggere la carrozzeria da qualsiasi urto. “La definirei un’auto post-metropolitana, qualcosa destinato a sopravvivere alle città e al traffico, al modo di guidare della gente. Quest’auto è più veloce e più solida di tutto ciò che la circonda. È inafferrabile” racconta spiegando questo mostro che sembra ispirato a un film di Mad Max.

Anche per questo Alex Choi per diversi mesi si era divertito a mettere alla berlina la polizia di Los Angeles e i mitici Chips, gli agenti della California Highway Patrol, scheggiando a velocità razzo incurante di limiti e divieti. Per quasi tre settimane gli agenti gli hanno dato la caccia lo scorso anno prima che l’auto sparisse dalla circolazione: Choi disse che gli era stata rubata ma in realtà, di fronte al rischio della galera, aveva deciso di farla sparire dalle strade per un po’.

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Un parco auto immenso ma senza il proprietario

Il parco auto di Alex Choi è immenso: anche perché lo You Tuber, che come tutti gli influencer è uno straordinario elemento di marketing soprattutto per se stesso. È un fenomeno nel farsi dare in comodato mezzi di ogni tipo: McLaren, Tesla, Buick, Cadillac, Jeep, Hummer… tutto nelle sue mani diventa estremo e, usando una sua definizione, sexotic. Un po’ esotico e un po’ sexy. La cosa più divertente è che in base alle norme della strada Choi non potrebbe nemmeno guidare molte delle auto delle quali fa bella mostra: perché ha soltanto diciannove anni e la sua fortuna l’ha costruita in un lampo, dal niente. Solo sui social.

Lo scorso anno tuttavia ha vissuto anche il suo momento di popolarità negativa quando la polizia, durante un normale controllo, decise di fermare il suo Lamborghini travestito da cartone animato. Il ragazzo rispose male all’agente rifiutandosi di declinare le sue generalità e dicendogli una roba molto italiana… “lei non sa chi sono io”. Lo portarono direttamente alla county jail.

Ma rischiò molto di più l’anno prima quando effettuando dei “donut”, le ciambelle disegnate sull’asfalto durante roventi burn-out session, centrò in pieno un motociclista. Da quel giorno tutta la comunità dei motociclisti di Los Angeles vorrebbe incontrarlo da vicino: forse non per fargli i complimenti.

 

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