Si è svolto senza problemi il lancio del razzo Falcon 9 della SpaceX, la prima compagnia privata a portare uomini nello spazio.
Il gran giorno è arrivato. Di nuovo. La missione spaziale della Space X, rinviata per maltempo lo scorso 27 maggio, è partita. La compagnia di Elon Musk è la prima azienda privata a portare un equipaggio in orbita dagli Stati Uniti al 2011, dall’ultimo volo dello Space Shuttle. Da quel momento, la NASA ha affidato la missione all’agenzia spaziale russa Roscosmos.
Il lancio è storico anche per un altro motivo. E’ infatti il primo volo diretto verso la Stazione Spaziale Internazionale con persone a bordo gestito da una compagnia privata. In ogni caso, segna un punto di non ritorno per il futuro delle missioni spaziali.
Alle 21:22 (ora italiana, le 15:22 della Florida) il Falcon 9 ha acceso i nove motori. Una procedura gestita interamente in automatico ha proiettato gli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley verso lo spazio e la Stazione Spaziale Internazionale. Non c’è stato alcun inconveniente, per cui non si sono dovuti attivare i meccanismi di sicurezza previsti sulla capsula né la procedura di emergenza.
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Sono bastati circa 12 minuti dall’accensione dei motori perché Behnken e Hurley potessero raggiungere l’orbita terrestre. Ne serviranno poi altre diciannove per arrivare alla Stazione Spaziale Internazionale. I due astronauti completeranno più di un’orbita intorno alla Terra, gradualmente allontanandosi dal nostro pianeta gradualmente, anche in questo caso con procedure gestite in automatico.
Proveranno anche i controlli manuali, che serviranno anche a raccogliere informazioni utili anche alle prossime missioni. Il sistema di navigazione gestirà anche l’attracco della capsula Crew Dragon alla Stazione Spaziale Internazionale, attraverso una serie di videocamere e sensori.
Behnken e Hurley saranno accolti sulla ISS dallo statunitense Chris Cassidy e dai russi Ivan Vagner e Anatoly Ivanishin. Come da accordi con la NASA, dovrebbero rimanere sulla Stazione per diverse settimane.
I pannelli solari che alimentano la Crew Dragon dovrebbero reggere per non più di quattro mesi, poi i due astronauti faranno ritorno sulla Terra. Inizierà così un’epoca rivoluzionaria per le esplorazioni dello spazio. Elkon Musk, infatti, punta al riutilizzo dei razzi e delle capsule per abbassare i costi.
Se questa prima missione dovesse procedere senza intoppi, le grandi aziende private potrebbero entrare in rapporti sempre più stretti con la NASA e altre agenzie spaziali per gestire il trasporto degli astronauti verso l’orbita terrestre, magari la Luna e Marte. In questo modo, la NASA potrebbe concentrarsi all’esplorazione dello Spazio profondo.
SpaceX, infatti, ha già in programma una seconda missione per trasportare quattro astronauti verso la ISS il prossimo autunno.
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