Daniel Ricciardo ha disegnato il suo pilota ideale di Formula 1 attraverso le qualità di quattro campioni del passato come Senna e Schumacher
Daniel Ricciardo ha tratteggiato le qualità del suo pilota ideale di Formula 1. L’australiano, che ha ammesso di aver parlato anche con la Ferrari dopo la conferma dell’addio di Sebastian Vettel al Cavallino e prima di definire il passaggio alla McLaren, ha messo insieme il puzzle con le caratteristiche dei grandi. Ne ha individuati quattro, nel corso di un’intervista per il sito Formula1.nl, e di ognuno ha fornito motivazioni non sempre scontate per la scelta.
E si vede già dalle motivazioni della scelta di Michael Schumacher. L’australiano, che si è trovato a competere con il tedesco negli ultimi anni della sua seconda carriera alla Mercedes, non considera la velocità la dote principale del sette volte campione del mondo.
“Non penso che Schumi sia stato il pilota più rapido della storia” ha detto l’australiano, convinto però che il pilota ideale della Formula 1 dovrebbe avere la sua tenacia, la sua capacità di non mollare mai, di dare il massimo in ogni centimetro di ogni gara.
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A proposito di velocità, Ricciardo premia Alain Prost. Il “Professore”, leggenda con la McLaren prima di un biennio incompiuto alla Ferrari, “metteva insieme velocità pura e una grande intelligenza” ha sintetizzato l’australiano. Le sue doti di calcolatore l’hanno sempre accompagnato, al di là del soprannome.
Il pilota ideale dell’australiano, poi, deve possedere la voglia di vincere sempre, costante, ossessiva, di Ayrton Senna, capace di spingere la sua motivazione e il suo costante desiderio di affermazione e riscatto oltre ogni immaginazione.
Il quarto pezzo del puzzle è il meno atteso, e dimostra l’ampiezza di orizzonti, le visioni spiazzanti di un pilota mai banale come Ricciardo. Sceglie infatti Mario Andretti come quarta fonte di ispirazione per il suo pilota ideale. Lo fa per la versatilità, per la capacità di “passare facilmente da una formula all’altra senza problemi”. Il suo palmares parla da solo. Con un titolo di campione del mondo di Formula 1 e uno nella CART, una vittoria alla 500 miglia di Indianapolis e un secondo posto assoluto alla 24 Ore di Le Mans, la flessibilità non si può certo mettere in discussione.
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