Aston Martin ha una storia centenaria di eleganza e ricerca delle prestazioni. Uno stile che abbiamo sintetizzato attraverso cinque creazioni simbolo
Eleganza, stile, competizione. Aston Martin non è mai venuta meno ai capisaldi della sua storia, da quando il pilota Lionel Martin l’ha avviata aprendo a Londra una concessionaria Singer con il meccanico Robert Bamford. Insieme nel 1914 realizzano una vettura da corsa, telaio Isotta Fraschini e motore Coventry. Martin vince la corsa in salita Londra-Aston Clinton. Ecco come nasce il nome Aston-Martin.
Il primo modello, la biposto Coal Schuttle del 1915, avvia una storia di stile e di successo, che ha attirato anche l’attenzione del cinema. La DB5, da Missione Goldfinger in poi, è diventata non a caso l’auto di James Bond.
Un suo antecedente, la DB4 Zagato prodotta dal 1960 al 1963, è considerata tra le più belle Aston Martin di sempre. Il nostro viaggio alla scoperta di cinque modelli simbolo può cominciare solo da qui.
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La Aston Martin DB4 Zagato: simbolo di stile
Disegnata dalla milanese Carrozzeria Touring, equipaggiata con un motore da 240 cavalli decisamente potente per l’epoca, la DB4 ha rinforzato la reputazione del gruppo nel mondo pionieristico delle corse dell’epoca fin dal suo disvelamento al Motor Show di Londra del 1958.
Oltre alla versione classica, due anni dopo la Casa britannica presenta una DB4 GT più leggera, più corta, più potente, ingentilita dalle curve del telaio Zagato. La partnership tra i due gruppi durerà per oltre mezzo secolo. Ma il successo della DB4 non ha fatto da traino alla versione “Zagato”, di cui sono stati realizzati solo 19 esemplari.
La DB9 GT, potenza e modernità
La DB9 si annuncia in mezzo agli sguardi carichi di meraviglia al Salone di Francoforte del 2003. Progettata come rivale della Maserati Coupé e della Bentley Continental, è una delle più importanti e significative creazioni nella storia recente della casa.
Non solo. Nella versione GT, le prestazioni si esaltano, la connotano come una “granturismo” per turisti, magari un po’ nostalgici, che ancora si lasciano emozionare dal suono di un iconico V12.
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Aston Martin DBR1, una doppietta storica a Le Mans
A proposito di prestazioni, in questa classifica non può mancare l’unica Aston Martin a vincere la 24 Ore di Le Mans, la DBR1 che Carroll Shelby ha portato al trionfo al debutto nel 1959.
Con l’assetto ribassato, il telaio muscolare, ha mantenuto il suo peso anche nella definizione dello stile della CC100 Speedster Concept del 2013. Un esemplare è stato battuto all’asta nel 2017 per 22,55 milioni di dollari: è l’auto inglese più costosa di sempre.
DP-100 Vision Gran Turismo e Vanquish
Aston Martin è anche esclusività, e non c’è niente di più unico della DP-100 Vision Gran Turismo, nata come divertissement per l’omonimo videogioco e prodotta in un solo esemplare. La sua genesi così particolare ha liberato la creatività dei disegnatori, ha permesso loro di pensare fuori dagli schemi, introducendo anche “feature” come fari sottilissimi all’anteriore e al posteriore, come si vedranno poi sulla successiva Valkyrie.
Tra le creazioni moderne della casa, esclusi gli esperimenti speciali, ha un posto d’onore la Vanquish, vertice del design e della ricerca della Casa. Il profilo ispirato alla One-77 esprime le nuove caratteristiche dello stile moderno di Aston Martin, che però si collega alla sua storia attraverso dettagli evocativi come le luci posteriori “a lama”. A questi aggiunge sviluppi realmente innovativi, su tutti l’alettone e il diffusore posteriori da competizione.
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