MotoGP, Poncharal ottimista sulla ripresa: “Via in Spagna il 19 luglio”

MotoGP: Hervé Poncharal, presidente dell’associazione dei team, si è detto più ottimista sulle possibilità di iniziare la stagione in Spagna il 19 luglio

MotoGP, Poncharal ottimista: "Via in Spagna il 19 luglio, sì all'85%"
MotoGP, Poncharal ottimista: “Via in Spagna il 19 luglio, sì all’85%”

“Non ci sono ragioni per non tornare a correre”. Hervé Poncharal, proprietario del team Tech3 e presidente dell’associazione dei team (IRTA) si è detto ottimista sulle possibilità di vedere il semaforo verde in Spagna il 19 luglio. “Da 0 a 10, direi 8,5” ha aggiunto nell’intervista sul canale Youtube del programma “MotoGP Round Table”, condotto da Franco Bobbiese, con i giornalisti Mat Oxley, Michel Turco, Manuel Pecino e Giovanni Zamagni.

Poncharal si è detto fiducioso anche per il protocollo che i team stanno mettendo a punto con la Dorna, ancor di più alla luce della ripresa di altri grandi eventi sportivi come i campionati di calcio. La Liga spagnola, per esempio, potrebbe ricominciare l’11 giugno con il derby di Siviglia che per il presidente della Lega, Javier Tebas, potrebbe trasformarsi in un omaggio collettivo alle vittime della pandemia.

Poncharal rivela come sia allo studio il progetto di far svolgere i test il 15 luglio con due sessioni, una al mattino e una al pomeriggio, con un format simile a quello delle prove libere del venerdì di un tradizionale weekend di gara.

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Poncharal, le possibili riforme per la MotoGP e le altre classi

Poncharal, le possibili riforme per la MotoGP e le altre classi
Poncharal, le possibili riforme per la MotoGP e le altre classi

Il rappresentante dei team ha raccontato anche la volontà di uniformare lo status delle scuderie di Moto3 e Moto2 per renderlo più uniforme a quanto avviene in MotoGP. Le modifiche riguardano innanzitutto la durata dei contratti con la Dorna, che nella classe regina durano cinque anni. “Moto3 e Moto2 sono una parte fondamentale del motomondiale” ha detto Poncharal, “stiamo cercando di rendere ogni categoria più professionale”.

Ma i prossimi tre anni, conclude, saranno particolarmente difficili. La crisi sanitaria ha causato una pesante crisi economica, ci saranno meno soldi per tutti. Questo vuol dire creare un campionato meno costoso, ma senza rinunciare alla sua natura. Per questo, sottolinea, “secondo me hanno poco senso proposte come avere una sola moto nel box o ridurre i giorni in pista. Noi vogliamo piloti che spingano sempre al massimo” dice. Trovare il giusto punto di equilibrio sarà la vera sfida per la sopravvivenza del motomondiale.

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