Dal 3 giugno sarà possibile andare in altre Regioni, tuttavia, non è ancora chiaro in quali sarà possibile andare e in quali no: i criteri degli spostamenti.
Il governo ha concesso il ritorno ad una sorta di normalità per tutti i cittadini, seppur con le misure di prevenzione ancora obbligatorie. Tuttavia, alcuni episodi di cronaca accaduti tra venerdì 22 e sabato 23 maggio nelle città italiane non fanno ben sperare, alimentando le preoccupazioni di sindaci e task force. Inoltre, dal 3 giugno dovrebbero tornare gli spostamenti tra le regioni, come previsto dall’attuale decreto in vigore, ma probabilmente non saranno validi per l’intero territorio nazionale.
A tal proposito, il 29 maggio sarà una data importante per capire in quali regioni ci potremo recare. In particolare, in tale data verrà pubblicato il report decisivo su cui saranno indicati i livelli di rischio. Questi potranno essere tre: alto, moderato o basso. In base ad esso, il governo e i presidenti regionali potranno decidere di imporre limitazioni, allo scopo di impedire l’ingresso a coloro che provengono da regioni con un elevato numero di contagi.
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Il governo concederà gli spostamenti tra le regioni basandosi su una regola: non ci saranno limiti soltanto per le regioni con lo stesso livello di rischio. Ciò condizionerà dunque i cittadini per tutta la durata dell’estate.
Le regioni hanno l’obbligo di comunicare l’indice di contagiosità, definito Rt, il numero dei tamponi eseguiti e alcuni dati legati alla tenuta delle strutture sanitarie. Incrociando questi parametri di monitoraggio si otterrà il livello di rischio – alto, medio o basso – che determinerà l’apertura o meno della zona, in quanto sarà possibile vietare l’ingresso anche a singole città o paesi.
Inoltre, si potranno varcare i confini delle regioni, probabilmente, previo test sierologico dell’ultima settimana oppure con un obbligo di quarantena. I governatori potranno altresì agire in deroga assumendosi la responsabilità, solo per spostamenti di “assoluta necessità”.
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