Cronaca

Hertz, crisi irreversibile negli Usa: chiesta bancarotta, le cause

Brutto colpo per la Hertz che annuncia la bancarotta, a causa di debiti pregressi, in Canada e Stati Uniti: negli altri paesi l’attività prosegue

La Hertz, azienda di noleggio auto più famosa al mondo, il 22 maggio ha presentato l’istanza di fallimento negli Stati Uniti e nel Canada. E’ stata chiesta la protezione dal capitolo 11 presso il tribunale fallimentare dello Stato del Delaware. Sostanzialmente con questa misura, prima si procede ad un piano di ristrutturazione protetto e poi, in caso di mancata riuscita, si passa alla liquidazione.

La multinazionale, purtroppo, si è vista costretta a dover fare questa richiesta a causa di 17 miliardi di debiti pregressi ai quali si sono aggiunti gli effetti del Covid-19. Purtroppo, con la pandemia, c’è stata una limitatissima circolazione e la chiusura di molti aeroporti. La Hertz, infatti, vede i suoi maggior profitti grazie al noleggio di veicoli nelle stazioni aeroportuali.

Ad aprile, addirittura, l’azienda non ha potuto pagare i canoni mensili da 400 milioni totali delle vetture acquistare per il noleggio. Non è stato nemmeno trovato un accordo con i creditori. Per il momento, comunque, l’attività prosegue in Europa, Nuova Zelanda ed Australia.

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Hertz, una corsa contro il tempo non riuscita

Hertz

I vertici della Hertz, per sopperire al grave problema, avevano provato a vendere circa 30 mila veicoli per accumulare una cifra di circa 5 miliardi di dollari. Successivamente sono stati licenziati 10 mila dipendenti. Poi, ancora, è stato chiesto l’intervento del Governo Federale. Si è deciso, nel frattempo, di nominare anche Paul Stone come amministratore delegato. Tutte queste misure, però, sono servite a ben poco.

L’American Car Rental Association ha anch’essa chiesto al Congresso di aumentare gli sforzi per venire in aiuto al settore del noleggio di auto adottando, magari, una nuova legislazione.

Prima della pandemia, come già detto, la multinazionale stava soffrendo i debiti e la pressione dovuta dalla concorrenza di sistemi come Uber. Si era, perciò, deciso di adottare dei piani di modernizzazione per la gestione dei servizi. Tutto, purtroppo, inutile.

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Mattia Di Gennaro

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