Le navi da crociera inquinano in una misura di 20 volte maggiore rispetto alle milioni di auto che circolano nelle strade dell’UE: a dimostrarlo uno studio della Transport&Environment.
Durante il lockdown i livelli di inquinamento, come noto, si sono drasticamente ridotti. Tra la serrata delle attività produttive ed il blocco della circolazione le emissioni di CO2 hanno conosciuto un considerevole calo. Basti pensare che in soli due mesi, in Italia, le emissioni sarebbero scese del 35%. Un dato significativo che si avvicina non di poco all’obiettivo decennale degli accordi di Parigi.
Gli effetti della quarantena sull’ambiente, dunque, considerata la straordinarietà del fenomeno si sono susseguiti senza soluzione di continuità ed hanno destato particolare interesse tra la popolazione. Tra gli studi più rilevanti del momento se ne annovera uno davvero particolare, che fornisce un dato sino ad ogni alquanto sconosciuto. Riguarda la potenza inquinante delle navi da crociera ed è stato condotto dalla Transport&Environment.
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Secondo il report dell’associazione ambientalista 203 navi da crociera inquinerebbero più dei 260 milioni di veicoli che circolano sul territorio UE.
Lo studio prende in considerazione alcune rotte nautiche nel 2017 con le grandi navi avrebbero prodotto quantità ingenti di sostanze nocive per l’ambiente. Quanto al C02 il rapporto parla della produzione di più di 10 milioni di tonnellate, l’equivalente di tutta la massa prodotta congiuntamente da Lettonia, Lussemburgo e Cipro. A sconvolgere maggiormente il fatto poi che gli ossidi di zolfo, invece, prodotti dalle navi da crociera sarebbero stato di ben 20 volte superiori a quelli dei milioni di veicoli che transitano in Europa.
I luoghi ove maggiormente si è sprigionato il loro effetto inquinante sono i porti dove per assicurare tutti i confort ai passeggeri, i motori vengono lasciati in funzione per giorni e giorni: dall’arrivo sino alla ripartenza.
Dei centri maggiormente colpiti dall’inquinamento prodotto dalle navi da crociera ben 10 su 50 sono italiani, con Venezia che addirittura risulta tra le prime tre. I valori di particolato registrato mostrano mastodontici numeri. Poco sotto Civitavecchia, il porto più famoso del centro Italia. In alto in classifica, purtroppo, anche Napoli a cui seguono Cagliari, Messina e Palermo. La Liguria sarebbe la Regione più martoriata dal fenomeno: Genova, La Spezia e Savona spiccano in alte posizioni. A chiudere il porto di Bari che si piazza in coda alla classifica. È il cosiddetto Mare Nostrum il più inquinato a causa delle emissioni delle navi da crociera.
Stando allo studio della Transport&Environment, il problema del forte inquinamento della navi da crociera sarebbe da rintracciarsi nel carburante impiegato per la sua locomozione i cui livelli di componenti nocivi supera di gran lunga i limiti imposti dalla legge. Per non parlare poi, di quando le mastodontiche creature meccaniche del mare si recano in zone non controllate. Lì infatti, impiegano, carburanti ancor più deleteri per l’ambiente.
Alla luce dei dati ottenuti la Transport&Environment propone nuove misure di rifornimento, sostituendo i secolari carburanti con energia elettrica. Una mobilità sostenibile, dunque, anche per la circolazione marina.
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