Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha approvato il prestito garantito dallo Stato per la FCA nell’ambito delle misure contenute nel Decreto Liquidità
Via libera al finanziamento per la FCA. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha approvato la concessione del prestito garantito dallo Stato, attraverso la Sace, per la divisione italiana della holding. Al di là della capogruppo, ha detto il premier, “stiamo parlando di fabbriche italiane e di lavoratori italiani“. FCA Italy è infatti responsabile delle fabbriche sul nostro territorio e dei 55 mila lavoratori che vi operano. Su queste basi, Conte ha autorizzato il finanziamento fino a 6,3 miliardi di euro in 3 anni che la società ha richiesto alla banca Intesa Sanpaolo.
Questa operazione rientra nelle misure di sostegno per le imprese contenute nel Decreto Liquidità. I fondi sono destinati “esclusivamente alle attività italiane del Gruppo e al sostegno della filiera dell’automotive in Italia, composta da circa 10mila piccole e medie imprese” si legge in un comunicato dell’azienda.
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FCA, le condizioni del prestito garantito
Come riporta Milano Finanza, FCA potrebbe ottenere anche una garanzia sull’80% del capitale trattandosi di un’azienda di interesse nazionale.
Tra le condizioni che l’Esecutivo impone per accedere al finanziamento c’è la rinuncia alla distribuzione dei dividendi agli azionisti per l’anno prossimo (1,1 miliardi) e per i prossimi. Alcuni analisti, inoltre, sottolinea Milano Finanza, ritengono che il prestito con garanzia statale potrebbe avere conseguenze anche sull’operazione di fusione con i francesi di PSA (il gruppo Peugeot). L’operazione, che si dovrebbe concludere nei prossimi 12 mesi, avrebbe garantito un extra-dividendo da 5,5 miliardi agli azionisti.
La concessione del prestito ha incontrato diverse critiche. Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, ha chiesto che l’azienda riporti la sede in Italia se vuole accedere al prestito garantito dallo Stato. Anche Carlo Calenda, il leader di Azione, evidenzia la contraddizione di una sede legale e fiscale in Olanda per una holding che chiede supporto all’Italia.
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