Se Valentino Rossi dovesse decidere di proseguire la sua avventura nel Motomondiale potrà farlo alla Petronas, ma far sì che la trattativa vada a buon fine non sembra essere così semplice.
La situazione di Valentino Rossi si fa sempre più intricata. Il “Dottore” inizierà infatti la sua ultima stagione sulla Yamaha ufficiale ma avrà la possibilità, se decidesse di proseguire per un altro anno, di passare al team satellite, la Petronas. La volontà da parte della scuderia non manca, ma ci sono diversi aspetti da definire, a partire da quelli economici. La situazione potrebbe sbloccarsi più facilmente nel caso in cui dovessero essere trovati degli sponsor pronti a supportare il nove volte campione del mondo.
Ma gli intoppi non sarebbero finiti. La squadra malese trarrebbe certamente prestigio dalla possibilità di collaborare con lui, che ancora adesso è un vero idolo per gli appassionati di tutte le età. Ma dovrebbe inevitabilmente esserci piena disponibilità anche da parte del pilota affinché tutto possa evolversi in modo positivo.
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Pur non avendo la possibilità di competere per il titolo, per la Petronas non potrebbe che essere un onore poter avere tra le sue fila un campione del calibro di Valentino Rossi. E la volontà di accontentare al massimo le esigenze del centuaro di Tavullia non mancherebbe: “Lui dovrebbe continuare, sarebbe la cosa migliore per lui e noi siamo in grado di offrirgli lo spazio necessario” – sono le parole di Razlan Razali a Motogp.com.
Essere a fine carriera non ha certamente diminuito le aspettative del “Dottore” che vorrebbe concludere al meglio il suo percorso e di questo sono pienamente consapevoli nel team malese. Questi aspetti non potranno che essere al centro della trattativa tra le parti: “Valentino è un pilota diverso dagli altri, non possiamo che considerarlo, come tutti fanno una leggenda vivente“- dice Razali con convinzione. Fare il possibile affinché l’affare vada a buon fine non comporterà però una gestione diversa da parte della scuderia: “Nessuno all’interno della nostra realtà è considerato al di sopra degli altri – su questo aspetto il dirigente non transige -. Il messaggio che vogliamo lanciare deve essere quindi chiaro: non c’è l’intento di cambiare l’intera squadra per una sola persona“.
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