Carlos Sainz sembra essere il favorito numero uno per succedere a Sebastian Vettel alla Ferrari, ma la McLaren non sarebbe disposto a lasciarlo partire così facilmente.
Ufficializzato l’addio a Sebastian Vettel a fine stagione, la Ferrari è in cerca del pilota che affiancherà Charles Leclerc. La fiducia del monegasco, che alla sua stagione di esordio ha confermato di avere doti importanti nonostante una monoposto non sempre affidabile soprattutto sulla lunga distanza, è massima e lo conferma il rinnovo fino al 2024 arrivato pochi mesi fa. Il 22enne dal 2021 assumerà quindi il ruolo di prima guida e avrà quindi bisogno di avere al suo fianco un collega che sappia supportarlo sia in gara sia fuori.
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Nel corso della scorsa annata, infatti, non sono mancati i dissapori, anche se lievi, tra il tedesco e il numero 16 e per un team che vuole tornare a competere ad alti livelli questo non deve succedere. Favorito numero uno per la successione sembra essere Carlos Sainz, che diventerebbe così il terzo pilota nella storia del “Cavallino”. Per il figlio d’arte sarebbe un’occasione da cogliere al volo, ma occhio alla McLaren, che sarebbe pronta a fare il possibile pur di trattenere l’iberico.
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Pur non riiuscendo a ottenere un titolo ormai dal 2007, approdare alla Ferrari rappresenta il coronamento di un sogno per quasi tutti i piloti. Un’idea che sembra accolta anche dai più giovani, che sognano di poter riportare la scuderia italiana al ruolo che meriterebbe.
E Carlos Sainz, che al momento sembrerebbe essere il favorito numero uno per succedere a Sebastian Vettel dal 2021, non sembra fare eccezione. La McLaren, il suo attuale team, semprerebbe però intenzionata a fare il possibile per poterlo trattenere. Come riportato dal quotidiano spagnolo Marca, sarebbe infatti in arrivo da Woking una contro offerta per convincerlo a non partire.
Al momento non si conosce l’entità della proposta, ma prendere una decisione potrebbe non essere così semplice come si potrebbe pensare. Il suo attuale team, infatti, gli ha dato fiducia e meriterebbe quindi un po’ di gratitudine ma, si sa, quando la “Rossa” chiama il treno potrebbe non ripassare.
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