Gilles Villeneuve, un pilota indimenticato nella storia della Ferrari. L’8 maggio 1982, il canadese perse la vita in un incidente a Zolder. Il suo ricordo vive ancora, intatto, tra i tifosi della Rossa
Circuito di Zolder, 8 maggio 1982. Durante le qualifiche del GP del Belgio, la Ferrari di Gilles Villeneuve dopo una collisione con la monoposto di Joachim Mass si catapulta in aria. Il pilota viene sbalzato dall’abitacolo e si abbatte contro la recinzione del circuito. Le condizioni sono subito critiche. Ingenti i danni alla spina dorsale. In serata, la moglie di Villeneuve autorizza i medici a staccare le macchine. Muore così uno dei piloti amati come pochi altri nella storia della Ferrari.
Non vinse Mondiali, Villeneuve con la Rossa ma seppe conquistare i cuori degli appassionati del Cavallino. In primis quello di Enzo Ferrari che lo scelse per sostituire il compianto Niki Lauda, pilota che alla Ferrari ha scritto pagine importanti di storie. Il Drake si innamorò di lui per il suo stile di guida ardito, coraggioso, capace di regalare emozioni indipendentemente dalle vittorie al traguardo (solo 6 su 68 GP disputati).
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Indimenticabile a riguardo, la lotta tra sorpassi e controsorpassi, a Digione, con Rene Arnoux, scene che poche volte si sono riviste su un circuito con quella intensità. Storico anche il suo giro con tre ruote a Zandovoort dopo lo scoppio di una gomma a inizio a gara. Momenti, episodi che hanno contribuito ad alimentare il mito di una leggenda, scomparsa, purtroppo a 32 anni.
Ferrari, l’omaggio a Villeneuve
Come ogni anno, l’8 maggio, la Ferrari non manca di omaggiare il pilota canadese. Lo ha fatto anche oggi con un post sui social inondato dai like e dai commenti dei fan del Cavallino Rosso e degli appassionati di Formula 1, anche i meno giovani che avranno avuto modo, sicuramente di ammirare le prodezze al volante di Gilles nei numerosi video disponibili in rete.
“A me non interessa vincere il Mondiale, a me interessa correre più veloce“, questo il motto di Villeneuve che racchiude l’essenza del brivido, delle emozioni che la Formula 1 del passato sapeva regalare quando il coraggio e l’ardore dei piloti contavano molto di più rispetto a una meccanizzazione e a una tecnologia esasperata.
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