Uber annuncia una contrazione del 14% nella forza lavoro e la chiusura del 40% dei centri per autisti. Bloccate le nuove assunzioni
Il coronavirus mette in ginocchio Uber. Dara Khosrowshahi, l’amministratore delegato della compagnia, ha annunciato a Bloomberg che la forza lavoro sarà ridotta del 14%. Tradotto, significa 3.700 posti di lavoro in meno, insieme alla chiusura di 180 centri di smistamento degli autisti. Nelle prossime settimane, poi, potrebbero esserci ulteriori “difficili aggiustamenti”, come si legge in una mail dell’ad riportata da Bloomberg. saranno decisi nella prossime settimane.
Le riduzioni di personale avranno un impatto globale, e saranno concentrate nel settore del supporto e del reclutamento. Anche il numero degli autisti sta scendendo e al momento non sono previste nuove assunzioni, ha scritto Khosrowshahi, che ha annunciato la chiusura del 40% dei centri, i Greenlight Hubs, in cui i potenziali nuovi autisti imparano a utilizzare l’app. E’ qui, inoltre, che gli autisti indirizzano eventuali questioni che riguardano il lavoro.
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Uber, licenziamenti e una causa in California
Le difficoltà economiche del gruppo hanno portato al blocco delle assunzioni a marzo e a rivedere le previsioni di bilancio. Cancellati due milioni di dollari circa di investimenti previsti. Inoltre, lunedì scorso Uber aveva già annunciato che avrebbe chiuso le attività di consegna del cibo a domicilio in sette nazioni.
Il coronavirus però non è l’unico pericolo per la compagnia. Lo stato della California ha infatti fatto causa a Uber e Lyft per tentata violazione di una legge dello stato che serve a dare ai lavoratori della gig-economy i benefici dei dipendenti. Se dovesse perdere la causa, la compagnia si troverebbe ad affrontare un significativo aumento dei costi che potrebbe mettere in crisi il modello di business su cui si regge.
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