Mezzi pubblici, il sindaco di Milano si prepara a introdurre massicci cambiamenti alla mobilità cittadina. L’Atm precisa: non potranno esserci più di 60 passeggeri in attesa sulle banchine della metro.
Milano si prepara alla rivoluzione della mobilità. Nella fase 2, spiega il Corriere della Sera, non potranno entrare più di 60 persone alla volta nelle stazioni della metropolitana. Il sindaco Sala sta mettendo a punto un piano d’emergenza con una serie di misure destinate a sostenere l’utilizzo di mezzi diversi rispetto anche all’automobile. Ad esempio, potenziare l’uso delle biciclette dimezzando le carreggiate e predisponendo un lungo itinerario fino a Sesto San Giovanni.
Il sindaco progetta un sito web per monitorare l’accesso ai parchi, intanto proroga la disattivazione delle aree C e B fino al 31 maggio. Dovranno cambiare anche gli spostamenti per andare al lavoro, spiegano gli assessori Marco Granelli e Pierfrancesco Maran. Il presupposto rimane un ricorso massiccio allo smart working.
La mobilità alternativa diventerà un’opzione necessaria visto che Atm, la società di trasporto pubblico, ha messo a punto un sistema di gestione da remoto dell’afflusso sulle banchine.
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Superate le 60 persone in attesa, si bloccano i tornelli. C’è anche un secondo livello di sicurezza, aggiunge il Corriere della Sera. “Riguarda l’area prima delle barriere. A banchine chiuse, se la fila supererà le 15 persone, saranno fermati gli ingressi in stazione, eventualmente anche chiudendo le porte e avvisando i viaggiatori all’imbocco delle scale esterne“.
In questo scenario, è prevedibile un maggiore ricorso ai mezzi in condivisione. Le bici in sharing dovrebbero essere raddoppiate, passando da 8 a 16 mila sul territorio del Comune. Si attende anche il bando per i monopattini, che la giunta ha recentemente modificato per alzare la dotazione da due a seimila unità.
Aumenteranno anche le aree pedonali e le “zone 30” nell’ambito del piano comunale «Strade aperte». Tuttavia, le opposizioni si sono dette contrarie agli indirizzi del sindaco Sala e chiedono alternative più efficaci per i 600 mila pendolari che si muovono sulla rete dei mezzi pubblici milanesi ogni giorno per andare al lavoro.
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